Le Orsoline pronte a lasciare Gorizia
Trasloco alla chetichella, la Diocesi interessata ad acquistare il patrimonio librario. Cosa ne sarà del convento?
Vox populi, vox Dei. Le temperature scottanti di questo inizio di agosto sono tornate a scaldare in maniera sempre più insistenti le voci sulla partenza delle suore Orsoline dallo storico convento di via Palladio. Una partenza di cui si parla da anni e che, secondo i bene informati, sarebbe ormai vicina. Tanto che nelle ultime settimane, proprio da via Palladio, sono giunte diverse segnalazioni riguardo la presenza di un furgoncino sul quale sarebbero stati caricati mobili e beni del convento, forse già venduti o solo in procinto di essere trasferiti in altre case della congregazione.
Dal convento goriziano non si ottengono conferme. Anzi. «Non abbiamo ancora ricevuto nessuna indicazione» ha spiegato suor Letizia, «spesso chi è fuori dal convento è convinto di conoscere molte più cose rispetto a chi vive nella nostra casa».
Parole con le quali si vorrebbero forse mettere a tacere le tante, ormai troppe voci che circolano intorno al futuro delle religiose a Gorizia. Quel che è certo è che, in attesa di conoscere la data in cui le Orsoline lasceranno la città, proseguono i contatti tra l'arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli e i legali della congregazione.
Contatti finalizzati a valutare la possibilità di acquisto da parte della Curia di una parte del ricco patrimonio custodito nel convento di via Palladio, in modo particolare quello librario.
Ma dalla Curia arriva anche un appello rivolto a enti e istituzioni affinché si riesca a salvare la parte più consistente possibile della pinacoteca, dei tessuti e dei reliquiari delle Orsoline di Gorizia, che ereditarono anche i tesori delle consorelle di Cividale.
«Valutando il patrimonio nella sua interezza, parleremmo di cifre a cinque zeri che in ogni caso la diocesi non potrebbe coprire», ha commentato il direttore dell'ufficio diocesano delle comunicazioni sociali della curia goriziana, Mauro Ungaro, «speriamo che la Regione e le altre istituzioni culturali e finanziarie del territorio possano entrare in gioco per elaborare un piano globale per il recupero di questo importante patrimonio».
Ma il futuro del convento è legato a doppio filo anche a quello della scuola primaria paritaria "Sant'Angela Merici", gestita dalla cooperativa di maestre Abimis, che tre anni fa ha deciso di proseguire l'attività didattica nonostante la chiusura della scuola delle Orsoline.
«Rischiamo di trovarci davanti a una cattedrale nel deserto», è il timore espresso dal sindaco Rodolfo Ziberna, che si era interessato della questione già da consigliere regionale, «parliamo di una struttura immensa dove sono rimaste solamente sette suore e dove sarebbero necessari interventi costosissimi per mettere in sicurezza anche le ali rimaste vuote da tempo. Nei mesi scorsi ci fu un interessamento per trasformare il convento in una struttura residenziale per anziani, ma il progetto non sembra essere andato in porto. A questo punto non resta che sperare nell'interesse di qualche altro privato, altrimenti il rischio è che la struttura, una volta che le suore se ne saranno andate, rimanga chiusa e senza futuro».
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