Le Operaie acquistate da Coop Nordest per 440mila euro
Uno a Monfalcone, un altro a Marsure (Pordenone) e un terzo in via dell’Istria a San Giacomo, a Trieste. Sono i tre “gioiellini” delle Coop ceduti in queste ore ai “tempi supplementari” (e non saranno gli ultimi) per un realizzo di un ulteriore mezzo milione, destinato alla saccoccia del concordato preventivo. Arrivano altri soldi, dunque, dal piano di liquidazione che, con la benedizione del Tribunale, prevede la monetizzazione del patrimonio delle Coop operaie che furono. Con l’obiettivo di restituire la più alta percentuale possibile ai soci prestatori (l’81% secondo il concordato stesso) e di pagare il minor prezzo possibile in fatto di posti di lavoro. Venerdì l’avvocato Maurizio Consoli, nella doppia investitura giudiziaria di amministratore e liquidatore straordinario, ha chiuso la seconda asta in agenda, decisamente “minore” per portata rispetto a quella epocale che un mese fa aveva fruttato 58 milioni e 755mila euro, per un 2,5% in più rispetto alle previsioni di partenza. Tre, dunque, i beni “trattati”, la cui alienazione - che sarà perfezionata con i relativi rogiti di compravendita nei prossimi giorni - vale mezzo milione abbondante, in linea in questo caso con le prospettive d’incasso. Il pezzo più pregiato, il supermercato di Monfalcone, è andato alle Coop Nordest, che aggiungono un dodicesimo punto vendita alla collezione degli 11 negozi rilevati dalle Operaie nella prima asta. L’offerta fatta dal colosso emiliano su Monfalcone (e accettata dal commissario Consoli) è di 440mila euro per proprietà immobiliare e ramo d’azienda, “muri” e negozio insieme, compresi i 7 dipendenti che ci lavoravano, e che ci torneranno tra qualche mese, quando il supermercato, ora chiuso per ristrutturazione, sarà riaperto.
Torneranno invece molto presto a regime gli altri due market oggetto dell’asta di venerdì.
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