Le mega paratoie sfilano davanti ai bagnanti

Turisti affascinati dai “mostri” alti 58 metri costruiti in Friuli e diretti al canale di Panama
PARATIE DINNANZI ALLA DIGA
PARATIE DINNANZI ALLA DIGA

Turisti affascinati dalla visione dei “mostri”, le paratoie del canale di Panama che transitano al largo della spiaggia di Grado, diretti a Trieste per il secondo imbarco che le porterà direttamente in America.

Orgogliosi di questa eccellenza friulana, i bagnini spiegano agli ospiti della località turistica che stupiti chiedono informazioni su cosa sono e a cosa serviranno queste paratoie.

Quelle attualmente in transitano, fanno parte del terzo “lotto” di quattro, di cui il primo è stato spedito nel 2013, il secondo a maggio 2014, mentre del terzo blocco l’ultima paratoia partirà dalla banchina Cimolai da Porto Nogaro a Ferragosto.

Le paratie sono destinate alle porte vinciane dell’ampliamento del canale di Panama e vengono realizzate dalla Cimolai negli stabilimenti di Polcenigo e di Roveredo, quindi assemblate in quello di San Giorgio di Nogaro: a ottobre inizierà la partenza dell’ultima trance di quattro, da Porto Nogaro.

Ogni singola paratoia viene spedita con un’apposita chiatta trainata da rimorchiatori dallo scalo friulano, per essere poi trasbordata a bordo di una nave semisommergibile, la Stx Rore Two, che, dopo un mese di navigazione, la porta alla destinazione finale in Centro America.

Otto paratoie troveranno posto sull’Oceano Pacifico e altrettante su quello Atlantico.

È davvero una scena impressionante vederle transitare sul canale (off-limits alla navigazione durante l’uscita da Porto Nogaro), e poi, come dicevamo, in mare aperto dove questi manufatti, frutto del Made in Friuli, sembrano palazzi che navigano.

Le sedici “porte” sono pesanti 4.500 tonnellate ciascuna, alte 58 metri e larghe 28. Le serrature saranno installate in circa tre mesi.

Si tratta di una commessa da 400milioni di dollari (350 più 50 per la parte logistico-marittima), che l’Autorità del Canale di Panama ha assegnato alla Cimolai, tramite il Consorzio Gupc (Grupo unido por el canal) di cui fanno parte l’italiana Impregilo, la spagnola Sacyr, la belga Jan De Nul, la panamese Constructora Urbana.

Il progetto, approvato nell’aprile 2006, prevede la costruzione di due chiuse, una sulla sponda dell’Atlantico e l’altra su quella del Pacifico, ognuna con tre camere a tenuta stagna, che includeranno tre bacini d’acqua, nonchè lo scavo di nuovi canali di accesso alle nuove chiuse e l’ampliamento dell’attuale canale di navigazione, oltre all’abbassamento del canale di navigazione e l’innalzamento del livello del mare al massimo livello operativo del Lago Gatún.

Francesca Artico

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