Le mail rubate di Panontin finiscono dai carabinieri

“Hacker” viola la posta dell’assessore alle Autonomie e la distribuisce in giro Uno dei destinatari presenta un esposto: «Ci sono gli estremi per un’indagine»
Di Stefano Polzot

UDINE. L’indirizzo di posta elettronica personale dell’assessore regionale alle Autonomie locali e alla Protezione civile, Paolo Panontin, è stato violato e le centinaia di mail contenute all’interno sono state scaricate e riprodotte. Informazioni poi inserite in un plico di colore giallo con all’interno un fascicolo e un cd.

Se i destinatari scritti nella busta erano noti, è coperto dall’anonimato il mittente che, nei giorni scorsi, ha inviato ad alcune persone il materiale che coinvolge l’esponente della giunta Serracchiani. Corrispondenza che riguarda anche la sua attività di pubblico amministratore e in particolare i rapporti con la Regione e il Comune di Azzano Decimo, tanto che uno dei destinatari del plico anonimo ha deciso di rivolgersi ai carabinieri presentando un esposto in quanto, dalla lettura di alcune mail di Panontin che lo citano, ritiene ci siano gli estremi per un’indagine da parte delle forze dell’ordine.

Materiale in corso di approfondimento, come accennato, perché se le mail provengono, come tutti gli estremi fanno pensare, dalla posta elettronica di Panontin, qualche grattacapo all’esponente politico lo possono creare. A partire da una serie di messaggi che nel mese di ottobre dello scorso anno Panontin scambia con la sua segretaria personale in Regione incaricata di prenotare biglietti aerei e soggiorno per Panontin e la moglie in un hotel di lusso di Istanbul dal primo al 4 novembre 2013. Una vacanza – va precisato – pagata con i propri soldi, ma per la quale la ricerca di compagnie aeree e alberghi e le relative prenotazioni sono state effettuate - questo emerge dalle carte - dall’addetta di segreteria utilizzando l’indirizzo di posta elettronica della Regione. La stessa segretaria appare, come mittente o destinataria, di alcune mail, spedite sempre dall’indirizzo di posta elettronica personale dell’assessore – in alcuni casi presumibilmente da collaboratori del suo studio legale – che non sono attinenti all’attività amministrativa di Panontin, ma all’espletamento di pratiche che egli segue come professionista. L’addetta regionale non ha un ruolo diretto, ma svolge un’attività di filtro per contatti ai quali l’assessore deve assolvere. In realtà i messaggi in mano ai carabinieri sono centinaia e delineano anche un quadro, tutt’altro che occasionale, dei rapporti tra Panontin e l’amministrazione comunale di Azzano Decimo e non solo da un punto di vista politico, com’è naturale che sia visto che l’ex sindaco è stato il principale sostenitore dell’attuale primo cittadino Marco Putto, ma anche nel seguire alcune vicende amministrative nonostante Panontin non abbia più alcun ruolo in municipio. L’anonimo che ha “confezionato” il plico inviato nei giorni scorsi ha voluto stampare e fascicolare una vicenda in particolare, quella del contenzioso tra il Comune e l’impresa Holzform.

La vicenda prende il via il 22 febbraio del 2012 quando vengono segnalati alla polizia municipale sversamenti in un torrente di Corva, frazione di Azzano Decimo. Scattano le indagini dalle quali emerge, a detta del Comune, la responsabilità diretta dell’azienda specializzata in edilizia, legno e plastica. Il 30 maggio di quell’anno la giunta Putto, subentrata da poche settimane all’amministrazione comunale guidata dal leghista Enzo Bortolotti, affida l’incarico di tutela del municipio a un avvocato pordenonese, diverso rispetto a una precedente indicazione – mai formalizzata – della giunta precedente. Fin qui nulla di strano se non intervenisse, a settembre, un’interrogazione dell’opposizione per chiedere lumi sui costi dell’incarico. Ebbene dalle mail provenienti dalla casella di posta elettronica di Panontin emergerebbe un ruolo di primo piano dell’assessore regionale nella determinazione del preventivo di spesa e nel seguire la pratica.

Da noi contattato Panontin ha dichiarato di non aver mai avuto notizia che ci fossero stati accessi indesiderati al suo indirizzo di posta elettronica «personale ma che utilizzo anche per i contatti professionali. È vero che, insieme a mia moglie, ci siamo recati, a spese nostre, a Istambul dal primo al 4 novembre e non escludo che le prenotazioni del viaggio siano state effettuate dalla mia segreteria. Stando 15 ore al giorno al lavoro in Regione, può accadere, anche se al momento non ricordo le circostanze precise. In ogni caso farò tutti gli accertamenti del caso. È gravissimo, però, che sia stata violata la mia privacy e per questo mi riservo ogni azione dal punto di vista legale per capire chi si è inserito nella mia posta elettronica e ha divulgato le informazioni che vi erano contenute». Una vicenda in ogni caso che scuote la politica ed è destinata ad avere ulteriori strascichi per il ruolo di primo piano che Panontin detiene a Trieste. Una posizione che ha scatenato gli “hacker dei veleni della politica”.

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