Le liste d’attesa sotto la lente: esami e visite urgenti accelerano

Il monitoraggio ha riguardato un campione dei 15 milioni di prestazioni ambulatoriali rese nel 2016. Il totale delle prescrizioni è calato. Restano stazionari i tempi di risposta per le prove non prioritarie
Silvano Trieste 21/03/2011 Cup dell' Ospedale di Cattinara
Silvano Trieste 21/03/2011 Cup dell' Ospedale di Cattinara

TRIESTE. Un intenso lavoro di riorganizzazione del sistema delle prenotazioni a livello regionale, i primi miglioramenti, ma ancora tanto da fare per risolvere le criticità che impediscono per ora di centrare gli obiettivi fissati dalla giunta. Si presenta così la fotografia dell’impegno della Regione nella riduzione delle liste d’attesa in sanità.

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sterle trieste sopralluogo pronto soccorso ospedale di cattinara


Come illustrato ieri dall’assessore Maria Sandra Telesca e dal direttore centrale Adriano Marcolongo migliorano infatti i tempi delle 310mila prestazioni ambulatoriali brevi (quelle segnate in ricetta con lettera “B” e da erogare entro 10 giorni), mentre resta stazionaria la situazione delle 220mila differite (le “D” da erogare entro 30 giorni in caso di visita e 60 in caso di esame strumentale), nonché dei 14 milioni di visite ed esami programmabili fino a 180 giorni (“P”).

Nessun problema infine per le 200mila prestazioni urgenti, che vengo tutte prese in carico entro le 48 ore.

Il monitoraggio La verifica dei tempi d’attesa era prevista fin dalla legge regionale del 2009, ma solo una delibera del 2015 ne ha stabilito l’avvio, prevedendo un controllo su 42 prestazioni, fra le 593 tipologie attualmente prenotabili presso il Sistema sanitario regionale. Si è scelto dunque di focalizzarsi su un campione dei circa 15 milioni di prestazioni ambulatoriali registrate nel 2016 e il primo elemento a balzare agli occhi è che esse si siano ridotte di 1,5 milioni in un anno per effetto - spiegano Telesca e Marcolongo - della maggiore attenzione dei medici a evitare prescrizioni inutili, per il riordino del sistema delle analisi di laboratorio e per utenti che scelgono il privato per ridurre l’attesa. Al notevole abbattimento delle prestazioni, dovuto in gran maggioranza al calo di quelle programmabili, corrisponde l’abitudinarietà nella modalità di prenotazione: solo lo 0,1% delle visite viene fissato attraverso internet, mentre continuano a dominare call center, cup e farmacie.

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Silvano Trieste 21/03/2011 Cup dell' Ospedale di Cattinara


I progressi A migliorare sono i dati di visite ed esami con priorità a dieci giorni: nel 2016 i tempi sono infatti stati rispettati nel 74% dei casi, contro il 64% del 2015. Restano stazionarie le prestazioni “P” (tempi rispettati nell’85% dei casi) e di tipo “D”, che si attestano al 76%, con un +1% sul 2015. La strada è lunga, perché la Regione punta dichiaratamente a tempi rispettati per il 95% delle prestazioni a dieci giorni e al 90% di quelle a trenta-sessanta, mentre considera centrato l’obiettivo per le “P”, che sono l’assoluta maggioranza.

Le criticità Come precisato da Marcolongo, «il dato medio va calato nelle diverse realtà, perché è a livello di Azienda, reparto e perfino singolo professionista che possono crearsi criticità». A livello regionale, però, risulta che la priorità a dieci giorni non sia rispettata per meno della metà delle visite di chirurgia vascolare (48%) e neurologiche (39%), per le tac addominali (46%) e per le risonanze alle vie urinarie (48%). La Direzione centrale salute considera critica anche la situazione delle visite del gastroenterologo (54%) e il rispetto dei tempi in esami come la risonanza al cervello (52%), l’elettromiografia (50%) e l’elettrocariogramma sotto sforzo (57%), con una notevole difficoltà a far fronte alle molte richieste.

Interventi A livello regionale oltre il 70% delle operazioni chirurgiche programmate entro i trenta giorni viene invece eseguito nei tempi stabiliti, mentre un altro 20% arriva sotto i ferri con al massimo un mese di ritardo. È il documento stesso della Direzione centrale a riconoscere tuttavia che per questi «interventi ritenuti rilevanti per la salute e l’evoluzione della malattia, si dovrebbe raggiungere il 90%» entro il primo mese dalla prescrizione.

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Foto BRUNI TRieste 21 01 10 Ospedale Cattinara


Il ruolo del privato Le cifre fornite dicono inoltre che le realtà del privato convenzionato svolgono 1,7 milioni di prestazioni sul complessivo totale di 15,5, pari dunque all’11,3%. A questo proposito, Telesca ha sottolineato che «il Fvg è una delle regioni italiane con minor ricorso al privato, che resta utile perché può aiutare il pubblico in settori e momenti più critici». E così vengono dunque spiegate ad esempio le 307mila prestazioni fisiatriche e le 5.100 prestazioni di chirurgia generale erogate nel 2016 dal privato: erano rispettivamente 245mila e 380 nel 2015. «Il sistema comunque spende per la sanità privata convenzionata meno di quanto faceva nel 2011», chiosa Marcolongo.

Per migliorare Quanto alle ricette per ridurre ancora le liste, Telesca ha sottolineato «l’assunzione programmata di infermieri», mentre i medici sono ritenuti in numero sufficiente e al massimo da incentivare con forme di premialità. Adeguate anche le strumentazioni tecnologiche e gli spazi, «con la necessità però di aumentare gli orari d’esercizio sia degli ambulatori che delle sale operatorie», ha dichiarato l’assessore.

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