Le isole a rischio spopolamento

Gli aiuti governativi non fermano il calo demografico. Da Veglia a Cherso, più funerali che battesimi
Di Andrea Marsanich

LUSSINPICCOLO. Prosegue il lento e finora inarrestabile spopolamento delle isole dell’ Alto Adriatico. In base ai dati in possesso della Diocesi di Veglia, che comprende le isole di Veglia, Arbe, Cherso, Lussino, San Piero (Ilovik), Sansego, Unie, Canidole Grande, Canidole Piccola e buona parte di Pago, l’anno scorso le cerimonie di battesimo sono state 350, mentre i funerali hanno toccato quota 453.

È un trend che ricalca quanto avvenuto dal 2000 ad oggi, con la diocesi vegliota che ha registrato 4439 battesimi (tra cui anche un paio che hanno riguardato persone adulte) e 5798 esequie.

Nel 2011 il maggior numero di persone battezzate è stato rilevato sull’isola di Veglia (167), seguita da quelle di Arbe e Pago con 99 cerimonie, mentre l’ arcipelago chersino – lussiniano si è dovuto accontentare du 84 battesimi.

Contemporaneamente il numero di funerali a Veglia ha superato di 60 unità quello dei riti battesimali, ad Arbe e Pago la differenza (sempre con i funerali in numero superiore) è stata di 22, a Cherso e Lussino di 21.

Altre cifre. La Diocesi di Veglia si estende su una superficie di 1130 chilometri quadrati e ha una popolazione di circa 40 mila abitanti.

Stando alle cifre emerse un paio di anni fa, 37 mila isolani hanno dichiarato di essere di religione cattolica. Sempre l’anno scorso in questa regione insulare sono stati 142 i matrimoni celebrati in chiesa, così suddivisi: 79 a Veglia, ad Arbe e Pago 41, nell’ arcipelago di Cherso e Lussino 22.

Ma ci sono anche località in cui la cifra dei battesimi ha superato quella delle esequie: si tratta di 10 parrocchie su un totale di 51.

Nella parrocchia di Veglia città 51 bambini hanno ricevuto il sacramento d’ ingresso nella Chiesa cattolica, mentre contemporaneamente ci sono stati 27 riti funebri.

Da citare anche Lussinpiccolo, dove i battesimi sono stati 46, mentre i funerali hanno toccato quota 28.

Una graduatoria opposta vede ai primi posti le parrocchie di Cherso città e di Bescanuova (Baska): il capoluogo dell’ omonima isola ha registrato 12 bambini battezzati e 20 sepolture, mentre la località vegliota ha archiviato 8 riti battesimali e 23 esequie.

Anche il censimento portato a termine nell’aprile dell’ anno scorso aveva fatto emergere una destrutturazione demografica rispetto al rilevamento di dieci anni prima.

Solo a Veglia città (da 5.491 a 6.243 reisdenti) e negli altri comuni veglioti di Bescanuova, Dobrinj, Malinska, Ponte e Verbenico sono stati registrati aumenti del numero di abitanti, mentre altrove vi è stato un calo.

Ad Arbe si è così passati da 9.480 a 7.944 abitanti, a Lussino da 8.388 a 8.070, a Cherso da 2.959 a 2.853.

Purtroppo nemmeno la legge sulle isole, che garantisce numerose facilitazioni e un netto miglioramento delle infrastrutture (porti, acquedotti, fognature, rete elettrica, strade) hanno contribuito ad arrestare questo fenomeno dello spopolamento che si protrae come detto dal molto tempo.

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