Le iscrizioni negli asili non pagano il conto all’obbligo dei vaccini

TRIESTE La protesta sollevata da un gruppo di genitori triestini, contro la deliberazione con la quale lo scorso novembre il Consiglio comunale ha inserito l’obbligatorietà dei vaccini tra i requisiti per l’iscrizione ai nidi e alle materne, non si è tradotta in una riduzione delle iscrizioni nelle strutture comunali o convenzionate. Anzi, rispetto allo scorso anno, nei nidi sono addirittura aumentate. A fronte di 7.047 bimbi dai zero ai quattro anni residenti a Trieste, per l’anno scolastico 2017/2018 le iscrizioni che sono terminate nei giorni scorsi hanno raccolto 1.125 adesioni per i nidi e 1.010 per le scuole dell’infanzia. Per il periodo scolastico 2016/2017, a fronte di 7.257 bimbi residenti dai zero ai quattro anni le iscrizioni erano invece state 1.026 per i nidi e 1.068 per le materne.
Nessun contraccolpo, dunque, nessuna fuga in strutture statali o private. Per il Comune una conferma: «I genitori hanno capito che la scelta è stata dettata dall’esigenza di garantire maggior tutela della salute dei loro figli. Nessuno nel compilare il modulo di autocertificazione ha sollevato problemi», dichiara Angela Brandi, assessore comunale all’Educazione. «Siamo orgogliosi di essere stati gli apripista - sottolinea - e mi auguro che questo serva da stimolo alla Regione che invece difronte a questa materia ancora tentenna».
I genitori compilando il modulo di autocertificazione per l'anno 2017/2018, in 843 ai nidi e in 959 alle materne hanno dichiarato di aver effettuato le vaccinazioni. In 14 ai nidi e in 10 alle materne hanno invece riferito di non aver assolto all’obbligo previsto dalla normativa causa pericoli concreti per la salute del minore o dei suoi conviventi. In 268 ai nidi e in 41 alle scuole per l’infanzia hanno dichiarato ancora che si riservano di assolvere all’obbligo vaccinale e di comunicarlo entro il 6 giugno 2017 o entro il termine massimo del 31 ottobre, o per impedimenti o perché il figlio non ha raggiunto i limiti di età previsti dalla normativa per la prima somministrazione. «Va tenuto conto che è possibile iscrivere al nido anche bimbi che stanno per nascere o nati da poche settimane - spiega l’assessore - e in quel caso è evidente che assolveranno all’obbligo nei prossimi mesi».
Da quando si erano aperte le iscrizioni tra il gruppo di genitori contrari a quest’obbligo era iniziato un fitto confronto. Uno scambio di indirizzi e indicazioni di strutture private non convenzionate, statali o fuori dal Comune, dove tra i requisisti per l'iscrizione non vi è quella di aver effettuato i vaccini. In alcune materne statali e in alcune strutture private qualche iscrizione per questo motivo c’è stata. Ma i responsabili sostengono non siano numericamente significative.
Qualche richiesta di informazioni è arrivata al Comune di Muggia che gestisce un nido con 44 posti. «In realtà la struttura è accreditata per 50 posti più cinque in overbooking - precisa l’assessore alle Scuole e all'Istruzione del Comune di Muggia, Luca Gandini - ma è stata ridimensionata perché non c’è sufficiente richiesta». «Per l’anno in corso disponiamo di ancora sette posti liberi, - aggiunge - e per il prossimo (le iscrizioni si chiudono il 31 marzo, ndr) se le richieste aumenteranno, anche grazie a nuovi arrivi da Trieste, stiamo valutando di allungare l’orario di chiusura di mezz'ora per consentire a chi arriva da fuori di venire a prendere i bimbi con più facilità e, se servirà, di assumere un educatore in più».
Da pochi giorni è nato anche il “Comitato dei genitori di Trieste per la libertà di scelta” che nei giorni scorsi, in via Fabio Severo, ha organizza l’incontro sul tema “Vaccini: tutto quello che avreste sempre voluto chiedere”. «Il neonato Comitato - valuta Brandi - non fa altro che ribadire le stesse motivazioni che dei genitori hanno sollevato nel presentare ricorso al Tar e che non sono state accolte». A gennaio il Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia ha infatti respinto il ricorso avanzato da due famiglie contro la deliberazione del Consiglio comunale di Trieste riconoscendo nell’intervento del Comune, e dell’Azienda sanitaria universitaria integrata, una norma di prevenzione e di precauzione in materia di salute.
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