Le guardie giurate smentiscono Polidori su uso della pistola e appoggio ai vigili

«Le guardie particolari giurate (gpg) sono tecnicamente “incaricati di pubblico servizio”. E di fronte ad un reato perseguibile d’ufficio sono obbligate ad intervenire. Quindi, le indicazioni date dal vicesindaco in merito a quello sarà il tipo di lavoro che andranno a svolgere a supporto della polizia locale, non è corretto». Christian Currò è il referente regionale dell’associazione Guardie particolari giurate, ed è sobbalzato sulla sedia ascoltando le parole di Polidori e del comandate della Polizia Locale Milocchi che, annunciando da lunedì l’entrata in scena delle guardie giurate in aiuto al vigili, hanno spiegato che queste figure avranno il compito esclusivo di segnalare alle forze dell'ordine e alla centrale della Polizia locale eventuali casi.
«Continuano a trattarci come figli di un dio minore, - sostiene - vanificando così la riuscita del servizio che saremo chiamati a svolgere per il Comune. Eppre non siamo più i metronotte, gli “attacca biglietti” sulle porte dei negozi come un tempo. La nostra professione si è evoluta e il nostro impiego in aeroporti, nel servizio porta valori, nelle stazioni ferroviarie lo testimonia». Currò, tra l’altro, è la stessa guardia giurata che, lo scorso 14 giugno, in via Baiamonti ha bloccato e ammanettato un passeur, dopo avergli puntato la pistola contro e intimato di fermarsi. Un intervento che si rivelò decisivo visto che l’uomo stava scappando. «Se una guardia giurata vede qualcuno intento a scassinare la porta di un negozio o di un’abitazione - si chiede Currò - cosa dovrebbe fare secondo il Comune di Trieste? Restare a guardare e chiamare le forze di polizia? Assolutamente no. In un caso del genere è nostro dovere bloccare la persona visto che ci troviamo di fonte ad un reato perseguibile d’ufficio. Ingaggiare delle gpg e non permettere loro di svolgere il lavoro che sono in grado di fare grazie alla dovuta preparazione professionale, non ha senso. Tra l’altro - aggiunge -, alcuni colleghi che non sono intervenuti direttamente per sventare reati, e non hanno quindi adempiuto correttamente ai loro doveri, hanno subito un procedimento disciplinare per omissione di atti d’ufficio».
Proprio perché incaricati di pubblico servizio, le gpg hanno obbligo di presentare denuncia per i reati procedibili d’ufficio di cui sono venuti a conoscenza, a causa o nell’esercizio del loro servizio. Inoltre, minacciare o picchiare una guardia giurata in servizio può far scattare il reato di violenza a pubblico ufficiale. La guardia giurata, che può tenere la propria arma anche al di fuori del servizio, può utilizzarla solo per legittima difesa.
E il Comune, di fronte a smentite così secche cosa risponde? «Beata l’ora, meglio così, - replica il vicesindaco -. Ben venga la possibilità di un loro intervento di fronte ad un reato perseguibile d'ufficio. Non lo sapevo. I limiti che mi erano stati indicati erano emersi dai tavoli tecnici. Accolgo favorevolmente le indicazioni che arrivano dalla categoria, e sono ancora più convinto che la scelta di ingaggiare guardie giurate piuttosto che figure che non abbiamo la stessa professionalità sia corretta. Nessuno - aggiunge - potrà negare che sia un bene che, in assenza di forze di polizia sul posto, di fronte ad esempio ad un furto, possano interviene loro».
Currò, inoltre, riserva una stoccatina anche al sindacato di polizia Sap. «Sostiene che la sicurezza sia compito esclusivo delle forze di polizia, non riconoscendo che non siamo più le figure del passato e abbiamo assunto un altro tipo di professionalità: con gli strumenti giusti, possiamo fare un servizio utile per collettività». «Non siamo contrari ad una “sicurezza integrata” - replicano dal Sap -. Ogni cosa utile e legale che concorra alla sicurezza del cittadino è ben accetta. Ma non si devono confondere o sostituire i ruoli. La sicurezza è compito delle forze di polizia». —
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