Le grandi manovre Fvg per le europee. Spuntano i nomi di Zilli, Bini e Cisint

I partiti iniziano a muoversi verso le elezioni del 2019. Assessori e sindaci fra le ipotesi. E i due uscenti tenteranno il bis
Workers adjust the EU flags in front of EU headquarters in Brussels on Wednesday, June 22, 2016. (ANSA/AP Photo/Virginia Mayo)
Workers adjust the EU flags in front of EU headquarters in Brussels on Wednesday, June 22, 2016. (ANSA/AP Photo/Virginia Mayo)

TRIESTE Roberto Dipiazza, il più chiacchierato, si tira fuori. «No, non corro per Bruxelles», ripete alla politica che gli chiede informazioni sul gossip. Ma la stessa risposta arriva da Anna Cisint, su cui circola pure un sondaggio favorevole: «Le europee sono molto importanti e ovviamente sono a disposizione del partito. Ma credo sia giusto continuare a lavorare per il rilancio del Comune». I sindaci di Trieste e Monfalcone, che a quanto dicono non saranno della partita alle elezioni del 26 maggio, sarebbero due nomi forti da opporre ai colossi del Veneto e dell’Emilia Romagna.

Dipiazza, da indipendente, e Cisint, in modo più ortodosso, sono (sarebbero) in quota Lega. Ma se non ci staranno, scatterà la ricerca a un’alternativa che possa avere serie possibilità di farcela. Alle elezioni per l’europarlamento il Friuli Venezia Giulia parte infatti sempre in svantaggio perché più piccolo rispetto alle regioni che compongono la circoscrizione nord-orientale. A guardare le consultazioni degli anni 2000 ce l’hanno fatta in pochi. Nel 2004 nessuno; nel 2009 Debora Serracchiani, nel memorabile exploit che vide l’enfant prodige del centrosinistra superare alle urne Fvg Silvio Berlusconi, e Giovanni Collino, che finì però per perdere il posto nel 2011 causa riconteggio dei voti; nel 2014 Isabella De Monte per il Pd e Marco Zullo per il Movimento 5 Stelle. Chi ci proverà stavolta? In casa Lega, mentre in Veneto c’è più di un sussurro che parla di Luca Zaia direzione Ue, in un ruolo suggerito di recente da Matteo Salvini, quello di commissario europeo all’Agricoltura, in Fvg l’ipotesi che circola è quella di Barbara Zilli, l’assessore regionale alle Finanze. Zilli ha sommato alle regionali di fine aprile 4.495 voti nei collegi dell’Alto Friuli e di Udine, è alla seconda elezione di fila in Regione, sta facendo esperienza in un assessorato chiave, potrebbe avere l’ambizione per tentare una nuova scalata. Con possibilità di farcela, ma anche con la prudenza, prima di accettare, dovuta all’assenza di paracadute.

Come da diktat pre-elettorale di Massimiliano Fedriga, infatti, i consiglieri nominati assessori hanno dovuto dimettersi. Lo stesso discorso riguarderebbe Sergio Bini. Perché sì, tra i rumors a poco meno di sei mesi dalle europee 2019, ce n’è pure uno che riguarda l’assessore alle Attività produttive. Bini è il leader di Progetto Fvg, una civica che da sola non avrebbe la forza per presentarsi all’appuntamento elettorale. Ma i prossimi mesi vivranno una ricomposizione del quadro politico. Soprattutto al centro, dove Silvio Berlusconi si sta muovendo per costruire una nuova fase con il progetto L’Altra Italia, con possibile riedizione fuori dal Pd del patto del Nazareno con Matteo Renzi. In quel disegno potrebbero rientrare anche le civiche. Quante e quali non si sa. Ma Progetto Fvg è stata la terza forza alle regionali e con Ferruccio Saro a fare da collegamento con Roma, ecco che Bini risulterebbe uno dei maggiori indiziati per una corsa europea. Con la conseguenza di mettere fuori gioco gli aspiranti forzisti, mentre su quel fronte qualcuno ha pensato a un altro imprenditore (che pare avere però declinato), Massimo Blasoni, autoescluso dalla politica nazionale e regionale, ma con risorse economiche personali, fattore determinante per le europee.

Tra le poche certezze, la ricandidatura degli uscenti. «Mi metto a disposizione», dice Zullo per i grillini nella convinzione di poter centrare un mandato bis. Pure De Monte è in pista. «Ho difeso i lavoratori e le imprese dei trasporti in Europa e ho aiutato enti e aziende a sfruttare i fondi europei – le sue parole –. Continuerò a farlo, ascoltando tutti, in particolare i giovani, che anche in un nostro recente incontro a Padova hanno messo sul tavolo richieste precise: una politica di sostegno agli affitti che permetta maggiore autonomia, più opportunità di crescita professionali e stabilità per fare impresa e nel lavoro». —


 

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