Le gite scolastiche sospese bruciano 30 milioni di euro solo in Fvg

TRIESTE Le ricadute sull’economia causate dalla paralisi della vita di tutti i giorni sono scontate ma difficilmente calcolabili, al momento. Una serie di prime stime si possono azzardare, intanto, settore per settore. Gli addetti ai lavori già stimano ad esempio che la sospensione in via precauzionale dei viaggi di istruzione e dunque delle settimane bianche e delle gite scolastiche disposta dal ministero possa generare nella nostra regione un danno vicino ai 30 milioni di euro. «Perché è evidente che questo tipo di turismo, una volta annullato, non si recupera nei mesi successivi», sottolinea in proposito Paola Schnider, presidente regionale di Federalberghi.
Solo per Trieste, il presidente provinciale della stessa Federalberghi Guerrino Lanci valuta «un danno da 10 milioni di euro, calcolando che da marzo a maggio negli ultimi anni arrivavano in media dai 120 ai 130 mila studenti e che, singolarmente, tra pernottamento, pasti e acquisto di qualche souvenir, lasciavano in città giornalmente almeno 80 euro. Venendo a mancare un segmento importante del nostro comparto e andando incontro a un rallentamento in generale del turismo – sostiene ancora Lanci – c’è il rischio di un tracollo di certe aziende».
Il timore di chi vive di turismo, infatti, è che e «se l’emergenza dovesse protrarsi, i turisti si spaventerebbero – prevede Schneider – e i danni diventerebbero incalcolabili. Ci sono mutui e dipendenti da pagare, per questo mi auguro che, oltre ai provvedimenti in materia di prevenzione sanitaria, se ne adottino anche altrettanti per far fronte ai danni alle aziende. Chiederemo subito un incontro alla Regione per fare il punto e valutare i provvedimenti da mettere in atto».
Nelle prossime ore le guide turistiche attendono di vedere arrivare le prime disdette per le gite scolastiche. «Rappresentano una parte preponderante del turismo primaverile», constata Francesca Pitacco, presidente dell’Associazione guide turistiche Fvg: «Se l’emergenza rientrerà entro in paio di settimane i danni saranno contenibili, se si protrarrà fino ad aprile le perdite saranno pesanti». Lo stop ai viaggi di istruzione che si concentrano prevalentemente nei prossimi due mesi spaventa anche chi gestisce pubblici esercizi, in particolar modo chi ha locali in grado di ospitare gruppi numerosi e abitualmente offre menù fissi dedicati proprio alle scolaresche. «Non contesto le misure di prevenzione che sono state e che eventualmente verranno adottate anche a livello regionale nei prossimi giorni, perché la salute dei cittadini viene prima di ogni altra cosa, – premette il presidente regionale della Fipe Bruno Vensnaver – però è inevitabile dover sottolineare che i danni per la categoria dei pubblici esercizi rischiano di diventare veramente importanti». Vesnaver spiega che «la ricaduta economica della quale beneficia la nostra regione dalle gite scolastiche e delle settimane bianche, soprattutto per un determinato tipo di ristorazione nel periodo da marzo ai primi di maggio, è significativa. Il mio timore – aggiunge – è che il perdurare dell’emergenza comporti una drastica riduzione generale del turismo in Friuli Venezia Giulia, e a quel punto per il comparto la situazione sarebbe gravissima. Non ci sono ancora casi di contagio in regione – osserva – ma visto che i pubblici esercizi sono luoghi di aggregazione, dove ogni giorno passano tantissime persone, attendiamo di capire dalle autorità competenti se, nel caso il livello di emergenza si elevasse, andranno adottate alcune misure precauzionali».
Proprio negli ultimi giorni Federica Suban, presidente della Fipe di Trieste, aveva terminato di definire i dettagli per l’accoglienza di 350 studenti in arrivo per visitare la città il 5 maggio. «Nelle prossime ore mi attendo ovviamente una loro mail di disdetta – sostiene la ristoratrice – e così mi aspetto avvenga anche per altri gruppi di scolaresche che avevano già prenotato. Per il comparto delle gite, dopo un calo fisiologico dall’Epifania a fine febbraio, questo periodo rappresenta una prima boccata di ossigeno in attesa della primavera e delle festività pasquali. Perdere questa fetta di mercato è pesante».
«Riguardo l’aspetto legato all’emergenza sanitaria – precisa la stessa numero uno della Fipe provinciale – tenendo conto che siamo luoghi di aggregazione dove il livello di igiene deve essere già elevato, invito i colleghi a essere ancora più attenti sotto questo punto di vista». Un aspetto, quello legato all’igiene, che preoccupa anche gli albergatori. «Diversi hanno intensificato autonomamente l’igienizzazione con prodotti sanificanti specifici e usando maggiori precauzioni – spiega quindi Lanci – ma ci aspettiamo delle disposizioni più dettagliate dagli organi competenti, considerando peraltro il fatto che noi albergatori non possiamo sapere da dove arrivi e che percorso ha fatto una persona che prenota una stanza, soprattutto se lo fa dalle piattaforme digitali come Booking».—
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