Le gemme raccontano vita e costumi dell’antica Roma

Duemilacento gemme in pietra dura e pasta di vetro, incise con figure, scene, iscrizioni, risalenti la maggior parte al periodo romano, altre realizzate nell’800 in Europa e nel mondo islamico, sono

Duemilacento gemme in pietra dura e pasta di vetro, incise con figure, scene, iscrizioni, risalenti la maggior parte al periodo romano, altre realizzate nell’800 in Europa e nel mondo islamico, sono conservate al Civico Museo di Storia ed Arte di via della Cattedrale. Questo ricchissimo patrimonio non ha trovato spazio nell’esposizione permanente, ma in vista dell’allestimento del secondo piano del museo, è stato iniziato un lungo lavoro di riscontro e catalogazione delle gemme. In questa occasione una cinquantina di esse è stata prestata a una mostra al Museo Nazionale di Aquileia (2009-2010) mentre un centinaio compongono la mostra “Gioie della Terra” attualmente ospitata nella Grotta Gigante aperta fino al 2 luglio.

Di questi preziosi materiali parlerà, col supporto di immagini, Marzia Vidulli Torlo, conservatore archeologo dei Civici Musei di Storia ed Arte, domani alle 16.45 al Circolo della Stampa. La terra ci ha donato questi materiali preziosi, sottolinea Vidulli, che l’abilità dell’artigiano ha saputo trasformare in gioielli per la gioia delle donne che li indossarono e degli uomini che ne fecero emblemi della propria ideologia e personalità. Sono capolavori piccolissimi capaci di suscitare tra i visitatori moderni stupore misto a incredulità per la meravigliosa perfezione degli intagli in uno spazio così ridotto e su un materiale duro e difficile da lavorare.

Nell’illustrare la mostra, curata da Annalisi Giovannini e dalla stessa Vidulli, quest’ultima racconterà la passione degli antichi verso le diverse pietre dure, calcedonio (con le sue varietà, come corniola, agata, prasio e onice), quarzo (cristallo di rocca e ametista), rocce (diaspro nei suoi molteplici colori) e turchese, simboli dei quattro elementi vitali della natura (terra, acqua, aria e fuoco) che si riteneva possedessero forza e poteri particolari.

Osservando le raffigurazioni incise sulle gemme e intagliate sui cammei trasparirà un mondo di frivolezza ma anche di religiosità, superstizione e messaggio politico, eco della vita dell’antica Aquileia, città romana dalla quale provengono per la maggior parte le gemme. Un vero compendio di iconologia. Le gemme antiche verranno presentate in un excursus temporale nella glittica del mondo classico, dal IV secolo a.C. al IV d.C. illustrando i diversi soggetti che ebbero particolare fortuna come l’Olimpo con la schiera degli dei, la superstizione e la magia con i segni zodiacali; il ricchissimo bestiario, con gli animali della terra, del mare e dell’aria; il mondo in miniatura, con scene di vita campestre. Verranno presentati gli usi delle gemme come ornamento personale accanto a quelle con iscrizioni augurali e nomi, usate per imprimere il proprio segno sulla cera per sigillare messaggi e contenitori.

Fulvia Costantinides

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