Le Falesie di Duino saranno una riserva superprotetta
DUINO AURISINA. Guai a mettere un passo fuori dal sentiero, a percorrerlo in bici oppure ad ammirarlo dal mare, sotto costa, in canoa o kayak, perché si rischierà una sanzione. E scordatevi pure di cogliere una pianta, di darvi alla pesca subacquea, di arrampicare la parete rocciosa senza autorizzazioni o di portare a passeggio il vostro cane sguarnito di guinzaglio. Anche in questi casi, infatti, si verrà considerati passibili di multa. Giorni contati, dunque, per l'attuale fruizione “indisciplinata” della Riserva naturale regionale “Falesie di Duino”. In arrivo dopo anni, infatti, l'atteso regolamento: undici facciate di documento, presentato ieri in bozza dal presidente della Seconda commissione consiliare Maurizio Rozza, che dopo opportune valutazioni dell'organismo, chiamato a esprimere parere consultivo, sarà fatto proprio dalla giunta. A sua volta, l'esecutivo Kukanja delibererà la proposta di regolamento, inoltrandola alla Regione. Il testo verrà quindi sottoposto al Comitato tecnico scientifico e vedrà anche un “passaggio” all'assessorato all'Ambiente, per il successivo via libera della giunta Serracchiani, che lo trasformerà in legge. Infine, una volta approvato, il regolamento tornerà al Comune per il recepimento.
Tanti gli aspetti disciplinati: dalla piantumazione (in zona parcheggio e campeggio potranno essere introdotte solo specie vegetali autoctone) alla pesca professionale, ammessa in un'unica area e per soli due pescherecci, passando attraverso il pascolo, la gestione degli ecosistemi e della fauna, le attività divulgative e scientifiche, la fruizione della riserva, il divieto di introdurre armi.
Navigazione e accessi
L'area della riserva è stata suddivisa in tre zone: A (collocata ai piedi delle Falesie e fino 60 metri al largo), B (tutta la successiva rimanente parte fino a 500 mt al largo) e C (ultimo tratto contiguo alla baia, sul lato depuratore, esteso per 150 mt in lunghezza e fino a 60 mt al largo). Nella zona A, stando all'attuale bozza, vige il divieto di accesso (anche solo a nuoto) e navigazione. Possono introdurvisi unicamente i soggetti incaricati della vigilanza e quelli autorizzati per motivi di ricerca e monitoraggio. Nella B, l'ingresso è ammesso alle persone a nuoto, alle imbarcazioni a propulsione umana e ai natanti e imbarcazioni a motore o vela muniti di apposito contrassegno numerato rilasciato dall'organo gestore. Che determinerà annualmente il numero massimo consentito i scafi e le autorizzazioni. L'accesso comunque dovrà essere obbligatoriamente effettuato con rotta perpendicolare alla costa e velocità ridotta. Divieto assoluto di navigazione in planata. Infine la zona C, dove le persone potranno entrare solo accompagnate dai soggetti incaricati della fruizione didattica.
Sentiero
Le attività ricreative, sportive, escursionistiche e turistiche saranno ammesse solo lungo la rete sentieristica individuata dal Piano di conservazione e sviluppo, varato dall'ex amministrazione Ret. «Chi esce dai sentieri è passibile di sanzione – così Rozza –, il che riduce di molto la manutenzione e i relativi costi delle aree. Non ci siamo inventati nulla: in molte riserve europee funziona così. Il divieto di uscire dai sentieri, per altro tutela gestore e privato in caso di incidenti». Ampia e dettagliata, comunque, la normativa relativa alla tutela di flora e fauna.
Arrampicata
«Il gestore può autorizzare, per periodi determinati di tempo e particolari condizioni e prescrizioni, l'uscita dalla rete sentieristica – prosegue Rozza – per esempio per lo svolgimento di arrampicate. Viene cioè rilasciato un permesso che può valere anche durata semestrale».
Rumore
«Il regolamento – conclude Rozza – vieta e sanziona quell'inquinamento acustico e luminoso che può nuocere all'avifauna: ora abbiamo gli strumenti per chiedere a chi promuove attività rumorose, come avviene in baia, una schermatura».
Querelle
Perplessità da parte dei consiglieri Roberto Gotter (Pd) e Andrea Humar (Pdl) sul comma che reca la possibilità di esproprio inserito nel regolamento e sui paletti posti per canoisti e pescatori. «Non bisogna usare cavilli per forzare la questione dell'esproprio del Rilke: noi non ci stiamo», sentenzia Humar.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo