Le dune in laguna in parte off-limits fino luglio per la nidificazione delle specie protette

Quest’anno è stato esteso il divieto del Banco d’Orio nel tratto che va verso Porto Buso, più o meno davanti a Marina di Macia. Approdi e accesso vietati

GRADO Anche quest’anno tratti di litorale sabbioso della laguna vietati fino alla fine di luglio per consentire la nidificazione di diverse specie di uccelli. Quest’anno, però, diversamente dagli anni precedenti quando il divieto riguardava principalmente un tratto del secondo Bando d’Orio, quello più verso Porto Buso, il divieto di approdo e accesso riguarda altri tratti. È una zona denominata Banco dei Tratauri, alla fine del primo Banco d’Orio, più o meno davanti a Marina di Macia. Oltre a questa zona che riguarda la laguna di Grado, il provvedimento regionale comprende anche un’area che si riferisce all’isola di Sant’Andrea che fa parte del di Marano Lagunare. La scelta delle zone da mettere sotto tutela quest’anno fino a fine luglio è stata decisa dopo alcuni sopralluoghi. Nelle ricognizioni sono già state trovate uova o uccelli che stavano nidificando. Nella disposizione di divieto è precisato che il sistema di zone umide della laguna di Marano e Grado è una delle aree naturali più estese e caratterizzanti il Fvg ed è pertanto uno dei principali nodi del sistema delle aree protette regionali. Per tutelare un ambiente così delicato la Regione lo ha designato quale Sito della Rete Natura 2000 diventando Zona Speciale di Conservazione, per la protezione di habitat e specie animali e vegetali significative a livello europeo con le varie specie di uccelli.

E i banchi sabbiosi e le spiagge che bordano le isole per i lagunari sono considerate importanti in quanto ospitano nei diversi periodi dell’anno numerose specie floristiche e faunistiche tutelate. Spiega sempre la Regione che le aree dove fino alla fine di luglio vigono i divieti raggiungono una superficie inferiore al 10% dei banchi sabbiosi lagunari. La decisione è determinata dal fatto di dover fronteggiare il disturbo arrecato dall’uomo in quanto causato da una «fruizione balneare incontrollata, in particolare a causa dei cani che vengono lasciati vagare senza guinzaglio, e dei bagnanti che camminano lungo le spiagge».

«Bisogna infatti tenere presente – si legge ancora – che i nidi consistono semplicemente in piccoli avvallamenti nel terreno, in cui sono deposte le uova che si mimetizzano con le sabbie e la vegetazione spiaggiata: questi adattamenti diminuiscono il rischio di predazione, ma aumentano la possibilità che le uova vengano schiacciate involontariamente da parte dei bagnanti”. La notizia è tornata nuovamente d’attualità perché nei giorni scorsi operai inviati dalla Regione si sono recati, trasportati dalla Protezione Civile, a posizionare i cartelli di divieto. A nidificare ci sono, come spiega sempre la Regione, il Fratino, il Fraticello, la Beccaccia di Mare, il Corriere piccolo e altre specie tutte protette a livello europeo. —


 

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