Le donazioni ai partiti di eletti e militanti: in Fvg Rojc e Seganti in vetta

La legge Spazzacorrotti obbliga le forze politiche a pubblicare le somme ricevute. Bonifici da 28 mila euro per la dem. La leghista a quota 13mila. E Roberti? Zero

TRIESTE Dagli spiccioli dell’oscuro consigliere comunale leghista ai quasi trentamila euro della senatrice democratica. E poi gli eletti con la mano tirata, quelli che non hanno versato un centesimo o che sono in arretrato sui pagamenti. Tutto contenuto nelle sezioni “Trasparenza” dei siti dei partiti, come prevede la legge Spazzacorrotti, che ha imposto alle forze politiche di rendere note anche le più piccole donazioni liberali. Che nel caso del Friuli Venezia Giulia non riguardano alcuna impresa o realtà privata ma esclusivamente gli eletti, cui i partiti chiedono un versamento obbligatorio o facoltativo per sostenere le spese organizzative.

Dalla Lega al Pd, ecco le donazioni ai partiti di eletti e militanti


La Lega domanda ad esempio mille euro al mese ai suoi consiglieri, come fa il Partito democratico, che ai parlamentari ne chiede 1.500, contro i 900 dovuti mensilmente da deputati e senatori di Forza Italia. La differenza sta nel fatto che il Carroccio non impone obblighi, mentre per i dem la donazione è un impegno previsto nello statuto. Nulla di tutto ciò avviene nel Movimento 5 stelle, i cui portavoce non regalano niente all’organizzazione e preferiscono invece restituire parte dell’indennità investendo su progetti esterni alla politica.

Nel caso della Lega, il sito nazionale contiene ancora pochi versamenti, nessuno dei quali riguardanti i parlamentari del Fvg, che pur assicurano di donare regolarmente. Non resta che guardare a consiglieri e assessori regionali, partendo dalla premessa che il record per donazioni (la Spazzacorrotti obbliga a pubblicare quelle pervenute dal gennaio 2019) spetta a una non eletta. Si tratta di Federica Seganti, che con 13 mila euro remunera il partito per gli incarichi di nomina ricoperti nel cda di Hera e alla presidenza di Friulia. A fondo scala si trovano invece i consiglieri Elia Miani e Danilo Slokar, nonché l’assessore Pierpaolo Roberti, che finora non hanno scucito un euro.

In mezzo c’è una lunga sequenza di donatori, a cominciare dagli assessori Barbara Zilli (5.000), Sebastiano Callari (4.850), Stefano Zannier (4.000), Graziano Pizzimenti (3.000). Cifre diverse a seconda della puntualità dei pagamenti, per la quale non brilla il presidente Massimiliano Fedriga, che nel 2019 si ferma a 2.000 euro. E poi i consiglieri regionali: dai presidenti di commissione Ivo Moras (4.500), Alberto Budai (3.900) e Diego Bernardis (3.200) a generosi come il capogruppo Mauro Bordin (4.000) e il consigliere semplice Giuseppe Ghersinich (4.100), mentre buona parte dei restanti inquilini leghisti di piazza Oberdan viaggiano fra 2.000 e 3.000 euro.

All’interno di Fratelli d’Italia i più munifici sono i parlamentari Luca Ciriani e Walter Rizzetto, con 4.500 euro a testa. Segue il capogruppo Claudio Giacomelli (2.900), che quasi doppia il collega Alessandro Basso e l’assessore Fabio Scoccimarro (1.500). Forza Italia registra a sua volta solo le donazioni dei parlamentari: 900 euro al mese per tutti, con qualcuno indietro sull’ultima rata. Un po’ di più mette soltanto Roberto Novelli, attestato a 4.200 euro nel 2019. A livello regionale non risultano invece donazioni: la segreteria del gruppo spiega che per consiglieri e assessori non esistono obblighi di sorta, ma solo la consuetudine di aiutare il partito nei momenti di bisogno. Evidentemente nessuno lo ha fatto quest’anno, nonostante la doppia tornata delle europee e delle amministrative.

Nel Pd il record assoluto va alla senatrice Tatjana Rojc con i suoi quasi 28 mila euro: un esborso dovuto alla necessità di saldare i versamenti del 2018 ancora mancanti. Seguono i deputati Debora Serracchiani ed Ettore Rosato che, tra partito nazionale e regionale, donano rispettivamente 11.500 e 9.000 euro. In Consiglio tutti gli eletti versano mille euro al mese e le differenze si spiegano con la necessità di saldare debiti pregressi o con qualche ritardo. Chiamati a un pagamento aggiuntivo sono i consiglieri con incarichi aggiuntivi e corrispondente aumento dell’indennità: e così Sergio Bolzonello (5.050), Francesco Russo (4.900), Diego Moretti (4.900) e Franco Iacop (4.600) versano 150 euro al mese più degli altri. —




 

Riproduzione riservata © Il Piccolo