Le Dogane di Trieste “scippate” dal Veneto
TRIESTE Sulla carta non suona bene: «Direzione regionale Veneto con competenza sul territorio delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, con sedi a Venezia e Trieste». È la nuova denominazione dell’ormai ex direzione interregionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sancita dalla recente ristrutturazione dell’ente. Aleggia il fantasma dell’ennesimo “scippo” veneto nei confronti della nostra regione, ma il nuovo direttore interregionale Franco Letrari assicura che il centro decisionale resterà condiviso: «Le due sedi hanno pari dignità, io opererò da Trieste come da Venezia». La targa sulla sede di largo Panfili dirà soltanto “Direzione regionale - sede di Trieste”.
La riforma dell’ente, appena approvata a livello nazionale, ha eliminato le vecchie denominazioni “interregionali”, come quella condivisa da Veneto e Friuli Venezia Giulia. Nell’accorpamento delle direzioni regionali, il nostro territorio non è l’unico a essere interessato da cambiamenti simili.
Il direttore Letrari assicura però che ciò non comporta un declassamento della sede triestina: «La riforma non comporta una diminuzione per Trieste. Io sarò qui ogni settimana, così come a Venezia». Ma quali saranno gli effetti concreti della riforma? La ristrutturazione deve ancora essere messa in atto, ma Letrari ne anticipa le linee: «L’idea è concentrare nella direzione regionale le attività indirette, come la gestione del personale e l’ufficio legale, in modo da consentire agli uffici sul territorio di concentrarsi esclusivamente sulle attività di controllo».
Ciò comporterà anche la «riduzione dei doppioni»: «Se ad esempio nel porto di Trieste abbiamo un ufficio delle dogane e uno dei monopoli a poca distanza, li accorperemo. Uno degli scopi della riforma è infatti quello di dare attuazione al “matrimonio” fra le due realtà». Questo principio si applicherà anche agli uffici territoriali che rappresentano una o l’altra anima dell’ente: «Gli uffici delle dogane diventeranno anche sedi dei monopoli», spiega il direttore.
La prospettiva di una “venetizzazione” dell’Agenzia desta preoccupazione soprattutto per l’ambito portuale, visto che le Dogane hanno un ruolo fondamentale nel futuro sviluppo del Porto franco. Un potenziale che anche la vicina Venezia vorrebbe poter imitare.
Anche in questo caso il direttore assicura che l’intenzione dell’ente è contribuire allo sviluppo del porto: «Apprezzo l’entusiasmo che ho riscontrato nel presidente dell’Autorità portuale e nelle istituzioni al mio arrivo. Il Porto di Trieste è una risorsa incredibile per la crescita della città, tanto per le sue risorse strutturali, quanto per il suo unico quadro giuridico». L’intenzione dell’Agenzia, nel futuro prossimo, è di proporre un tavolo permanente che coinvolga l’Autorità portuale di sistema, la Guardia di Finanza e il Comune sul tema dei punti franchi: «Io vengo dalla realtà di Genova - conclude il direttore -, dove fare squadra ha dato frutti eccezionali. Sono in tutto e per tutto intenzionato a farlo anche qui».
In passato le “ristrutturazioni” romane hanno comportato la perdita di importanti realtà regionali a favore del Veneto. Era accaduto già nel 2010, quando lo smantellamento della Direzione regionale di Trieste e il suo accorpamento al Veneto portarono alla nascita della direzione interregionale. Un’iniziativa che suscitò non poche proteste già allora.
Lo stesso è successo nel 2014 con la direzione scolastica regionale, che è stata privata del primo livello per ragioni demografiche e a dispetto della Specialità regionale. In quel caso la direzione non fu accorpata al Veneto, come si pensava in un primo momento, ma perse comunque una fascia.
Fra gli anni Novanta e il decennio scorso le Ferrovie hanno perso la direzione compartimentale e altre componenti importanti, a favore di sedi direzionali situate nella regione vicina.
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