«Le corone per i caduti senza nastro tricolore», ma la giunta dice “no”
DUINO AURISINA Quando il tricolore diventa un problema. È accaduto ieri, nel corso della seduta del Consiglio comunale di Duino Aurisina. Alla vigilia delle festività dei primi giorni di novembre che, tradizionalmente, prevedono la deposizione di corone alla memoria dei caduti da parte delle autorità istituzionali, il tema è tornato d’attualità.
A sollevare la questione è stato Igor Gabrovec, esponente della lista “Insieme”, che ha chiesto al sindaco Daniela Pallotta, la quale, una volta insediatasi nel ruolo, nella primavera del 2017, aveva stabilito che si utilizzasse il tricolore italiano per i nastri a corredo delle corone, di «prevedere d’ora in poi un colore neutro, al posto del tricolore, per venire incontro alla sensibilità di tanti residenti nel territorio comunale. Sarebbe una scelta semplice – ha aggiunto Gabrovec – che eliminerebbe dall’origine eventuali contestazioni o atti di disprezzo».
Alla richiesta di Gabrovec si è accodata Elena Legisa, consigliere di Rifondazione comunista, la quale ha ricordato che «in queste terre hanno vissuto persone che hanno conosciuto lo Stato italiano soltanto nella sua dimensione fascista e autoritaria. Per rispettarle – ha proseguito – sarebbe opportuno aggiungere al tricolore anche quello bianco, rosso e blu, oppure sostituirli entrambi con l’azzurro dell’Europa».
Pallotta ha risposto spiegando che «il giuramento dei sindaci di tutta Italia avviene sotto l’egida del tricolore bianco, rosso e verde, perciò continueremo sulla traccia attuale. Su tutti i monumenti – ha precisato – si utilizza il tricolore italiano, perciò non vedo motivi per cambiare. Ricordo – ha sottolineato – che comunque le scritte che appaiono sulle fasce a corredo delle corone sono bilingui qui sull’altipiano, perciò credo che il rispetto sia garantito. Mi è capitato – ha proseguito il sindaco di Duino Aurisina – di vedere associazioni che hanno rifiutato di raggiungere, assieme a me, i monumenti per i caduti, perciò per ora rimaniamo sul tricolore nazionale. Per il prossimo anno – ha concluso Pallotta – vedremo il da farsi». —
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