Le Coop Nordest sbarcano a Trieste

I supermercati di largo Roiano e via Murat sono stati gli avamposti. Ma adesso il colosso Coop consumatori Nordest è pronto a sbarcare in grande stile a Trieste. Senza per questo voler fare la guerra ai «cugini» delle Coop cooperative operaie. Anzi, l’aria è cambiata e c’è voglia di collaborare per ottimizzare la gestione e creare un cartello fra cooperative. Il futuro cantiere nell’ex Silos, che andrà a recuperare una parte della città quasi dimenticata, è solo uno degli obiettivi che la rete di ipermercati e supermercati presenti in Emilia Romagna, Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia intende realizzare a Trieste. Entro l’anno Coop Nordest, infatti, inaugurerà in via della Tesa un’area di vendita di 1500 metri quadrati.
di Pietro Comelli


I supermercati di largo Roiano e via Murat sono stati gli avamposti. Ma adesso il colosso Coop consumatori Nordest è pronto a sbarcare in grande stile a Trieste. Senza per questo voler fare la guerra ai «cugini» delle Coop cooperative operaie. Anzi, l’aria è cambiata e c’è voglia di collaborare per ottimizzare la gestione e creare un cartello fra cooperative.


Il futuro cantiere nell’ex Silos, che andrà a recuperare una parte della città quasi dimenticata, è solo uno degli obiettivi che la rete di ipermercati e supermercati presenti in Emilia Romagna, Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia intende realizzare a Trieste. Entro l’anno Coop Nordest, infatti, inaugurerà in via della Tesa un’area di vendita di 1500 metri quadrati. «Pensavamo di aprirlo agli inizi del 2009, ma il cantiere è in piena attività. Siamo in anticipo sulla tabella di marcia, entro l’anno ci sarà il taglio del nastro», dice Roberto Sgavetta, vicepresidente delle Coop Nordest.


Quello di via della Tesa andrà a creare 30 nuovi posti di lavoro, ma in realtà è una delle bandierine da far sventolare a Trieste. Tutta, non solo in città. All’interno del centro Free Time di Montedoro a Muggia, infatti, sorgerà un ipermercato di medie dimensioni che darà lavoro a 180 persone e, di fatto, andrà ad anticipare la presenza delle Coop Nordest nell’area già ipotecata di Aquilinia attualmente in fase di bonifica. «Abbiamo esercitato il diritto di prelazione all’interno del centro commerciale Free Time (realizzato dalla Coopsette, ndr) - spiega Sgavetta - così potremmo farci conoscere meglio. Non solo per le attività imprenditoriali, ma anche per quelle sociali».


La filosofia del colosso, che vanta 525mila soci, è quella di entrare nel tessuto sociale cittadino. Nei rioni come all’interno dei grandi centri commerciali. Il grande salto, però, non potrà che arrivare dalle future aperture del Silos e nell’area ex Aquila. Quest’ultimo un sito che la Teseco sta bonificando e per il quale il vicepresidente Sgavetta attende il piano particolareggiato; mentre la recente delibera della Regione sul progetto del Silos apre di fatto una nuova stagione per le Coop Nordest. Un centro commerciale di nuova generazione - con zona benessere, alberghi, residence e ovviamente negozi e un supermercato da 5000 metri quadrati - che in realtà poteva già essere partito. Almeno con le opere accessorie, come le prime demolizioni e la pulizia del sito che sorge vicino alla stazione ferroviaria. La società Silos spa, un terzo nelle mani delle Coop Nordest, è in attesa di definire in un’apposita conferenza di servizi l’accordo di programma con il Comune. L’ultimo passaggio prima del rilascio della concessione edilizia.


Colpa in parte delle elezioni che hanno inevitabilmente interrotto il dialogo con le amministrazioni coinvolte - Regione e Comune - e, dopo il voto, hanno cambiato anche gli interlocutori. A cominciare dall’assetto regionale. Fuori Riccardo Illy, dentro Renzo Tondo che per altro era presente, poche settimane fa, all’assemblea triestina delle Coop Nordest. Una partecipazione rimarcata dal vicepresidente Sgavetta, che confida adesso in un’accelerazione per sbloccare definitivamente il cantiere. La delibera di giovedì portata in giunta dall’assessore regionale Riccardo Riccardi, che definisce l’opera di «rilevante interesse regionale», è quello che le Coop Nordest attendevano. «È un’opera importante per Trieste. Siamo intenzionati ad aprire il cantiere agli inizi del 2009 - dice Sgavetta - ma è chiaro che prima bisogna avere in mano tutti i permessi per partire con la ristrutturazione. Dopo tutto anche la città e le istituzioni andranno a trarne beneficio». Il riferimento non è solo all’agibilità di un manufatto, per il quale verrà ridisegnata anche la viabilità di piazza Libertà, ma a cosa ci starà dentro: una sala polifunzionale, sia per congressi sia per gli spettacoli teatrali, nonché la nuova stazione e il parcheggio per le autocorriere. Consegnate chiavi in mano al Comune, in cambio della disponibilità dell’intero edificio. Una permuta di immobili.


In ballo un investimento di 120 milioni di euro solo per il Silos, altri milioni sono stati messi sul tavolo per via della Tesa e l’area di Muggia. Il perché la scelta sia caduta proprio su Trieste è presto detto. Questione di mercato che ha già portato Coop Nordest a sbarcare e investire anche in Croazia. La prende alla larga Sgavetta, per arrivare al nocciolo della questione: «Trieste è una città assolutamente europea per dimensioni, storia, visibilità e cultura. Ma ha qualche lacuna da colmare sul piano delle infrastrutture - sostiene - e fra queste c’è la parte relativa alla distribuzione». La polemica sui grandi centri commerciali è rovesciata dal vicepresidente delle Coop Nordest, pronto a citare uno studio di Nomisma. «Certo che quella della distribuzione per Trieste è una lacuna da colmare. La riprova è nell’esodo dei consumi - dice - verso altre province e nazioni limitrofe quando dovrebbe essere il contrario. Evidentemente i clienti non trovano ancora tutte le occasioni e i propri bisogni».


Un discorso allargato da Sgavetta anche all’extra alimentare. «Penso al bricolage che solo da poco ha visto l’apertura di un centro da parte di un operatore straniero (Castorama a Rabuiese, ndr), perché evidentemente il mercato lo richiedeva. Noi siamo una realtà italiana non delocalizzabile, dove apriamo restiamo - sottolinea - creando buona occupazione. Basti pensare che il 92 per cento delle ore di lavoro sono a tempo indeterminato».


In passato il marchio Coop Nordest aveva sponsorizzato le massime squadre di pallacanestro e pallamano della città. Un percorso nello sport che potrebbe essere riproposto, anche se alla base dell’azienda multiregionale viene prima la proposta culturale, sociale e ambientale. Come l’eliminazione delle lampade ad incandescenza dai propri banconi e, in ambito sociale, l’apporto alla comunità San Martino al Campo di don Mario Vatta con il progetto di solidarietà «Brutti ma buoni», che vede il riutilizzo dei prodotti non più vendibili perché le confezioni sono state ammaccate durante il trasporto. «Riusciamo ad alimentare l’attività di questa importante realtà. L’investimento sullo sport è possibile - lascia aperta la porta Sgavetta - ma deve essere legato a un progetto. Se c’è una proposta siamo pronti a collaborare, di certo la nostra non potrà essere una sponsorizzazione tout court».

Riproduzione riservata © Il Piccolo