Le compagnie del teatro dialettale: 1500 firme per valorizzare il triestino

«Armonia» e «Pat» sono i promotori dell’iniziativa. La petizione raccolta in due sole settimane - «La nostra lingua merita dalla Regione un riconoscimento come per il friulano»
Il dialetto triestino deve avere pari dignità rispetto alla lingua friulana: a sostegno di questa tesi è stata consegnata ieri al vicepresidente del Consiglio regionale, Carlo Monai (Cittadini per il presidente), una petizione sottoscritta da ben 1488 persone. Proprio all’indomani della votazione sulla legge di tutela del friulano. L’azione, organizzata dall’associazione L’Armonia, in collaborazione con il Pat - Palcoscenico amatoriale triestino, ha ottenuto questo risultato numerico nel giro di due settimane. Per capire quale sia la portata dell’interesse che ruota attorno all’Armonia, basti pensare al fatto che questa è nata come strumento di coordinamento e gestione dell’attività di una serie di compagnie teatrali triestine: Le quote rosa, Il Gabbiano, Quei de Scala Santa, I cercanome, Ex allievi del Toti, Amici di San Giovanni e Le proposte teatrali. Nella stagione in corso, gli spettacoli, tutti rigorosamente in triestino, ospitati dal teatro «Silvio Pellico» di via Ananian saranno 54: «complessivamente porteremo ad assistere alle rappresentazioni qualcosa come 10mila persone», osserva il presidente Bruno Cappelletti. Migliaia di amanti delle espressioni tipiche cittadine, quali «calighèr» (il calzolaio), «brivez» (il barbiere) o «mendaressa» (la sarta), solo per citarne alcune.


L’obiettivo della raccolta di firme, come ribadito dallo stesso Cappelletti, «è quello di ottenere per le parlate triestina, gradese, bisiaca e veneta, ovvero quelle dell’area giuliana, un riconoscimento ufficiale da parte della Regione così come avvenuto per il friulano. In 15 giorni, in alcuni teatri, siamo arrivati a mettere assieme quasi 1500 adesioni. Auspichiamo - continua Cappelletti - si arrivi all’approvazione di un provvedimento legislativo ad hoc, ispirato eventualmente alla legge emanata dalla Regione Veneto il 28 marzo di quest’anno sulla tutela, valorizzazione e promozione della lingua veneta, cosa per cui sono stati destinati 750mila euro. E non sette milioni, come ha fatto la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia per sostenere la legge sul friulano».


Le finalità della petizione pro-dialetto abbracciano un assieme di possibilità piuttosto ampio: «Confidiamo in un qualcosa che non abbiamo chiesto in modo specifico - prosegue Cappelletti - e che quindi potrebbe andare da nuovi contributi a sostegno dell’attività delle nostre associazioni e di quelle che operano nello stesso ambito, ad iniziative che ci garantiscano una maggiore visibilità o ancora fino a un accesso costante ai programmi radiofonici della Rai, che fa già delle trasmissioni in friulano».


A quanti potrebbero trovare il modo di avanzare delle obiezioni agganciandosi allo storico dibattito di classificazione linguistica delle diverse variabili vernacolari, il presidente dell’Armonia risponde così: «Non voglio entrare assolutamente in questa discussione, nè intervenire sulla polemica relativa all’opportunità o meno di dare appoggio al friulano. Ho accolto con favore la legge che lo tutela. Dico solo che il dialetto triestino è molto parlato ed è quantomai vivo».


In città la questione è davvero sentita. Non per nulla, la prossima settimana verrà posto all’attenzione della Regione, da parte del Circolo Amici del dialetto, «un documento contenente la richiesta di parificazione culturale fra l’intera area giuliana e quella friulana. Stiamo già raccogliendo le adesioni di varie realtà», ha puntualizzato in merito il presidente del circolo, Ezio Gentilcore. La petizione promossa dall’Armonia aveva acceso nei giorni scorsi un dibattito fra scrittori e intellettuali particolarmente attenti al patrimonio dialettale locale. Claudio Grisanich, il più noto poeta vernacolare triestino, aveva dichiarato di essere «contrario» alla petizione popolare in questione. Che, invece, il regista Nereo Zeper aveva detto di gradire, posto che «la volontà di tutela non nasconda volontà politiche».


Questa mattina, alle 11.30, al Teatro «Silvio Pellico» di via Ananian, Armonia e Pat terranno una conferenza stampa per fare il punto della situazione sulla petizione.

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