Le code ai valichi regalano più vacanzieri al Litorale

Il presidente della Comunità di Sicciole: «Abbiamo riscontrato un incremento di visitatori del 30-40 per cento». E i residenti, rassegnati, la prendono con filosofia
Di Mauro Manzin

LUBIANA. Tutti in coda appassionatamente. Sembra questo il leit motiv che accompagnerà colui il quale vorrà attraversare, in una direzione o nell’altra, il confine tra Slovenia e Croazia nei prossimi mesi a causa dei minuziosi controlli “imposti” da Bruxelles alle autorità di polizia slovena in quanto confine esterno dell’Area Schengen.

Ma c’è chi, alle code, è tristemente abituato. Stiamo parlando della popolazione che vive nei paesini che sorgono quasi a ridosso dei valichi di confine nel Litorale sloveno. Durante l’appena trascorso ponte di Pasqua anche ai confini della Dragogna, di Sicciole e di So›erga c’è stato il caos, ma gli abitanti del luogo sembrano proprio prenderla con filosofia. Basta un po’ di pazienza, dicono nella stragrande maggioranza, e poi se si approfitta dei valichi secondari l’attesa è quasi ridotta a zero, certo bisogna fare qualche chilometro in più, ma in qualche modo cerchiamo di risolvere il problema.

«Noi siamo abituati a queste code da maggio ad agosto», spiega al Dnevnik, Denis Fakin, presidente della Comunità locale di Sicciole. «Abbiamo avuto alcune difficoltà - precisa - il giorno in cui i controlli minuziosi sono entrati in vigore quando i camion della spazzatura non sono riusciti a raggiungere la discarica, ma ora gli abitanti non mi hanno più segnalato questo tipo di disguido». E poi Fakin rovescia il lato della medaglia. «Siccome la Slovenia ha fama di essere un Paese sicuro, i nostri centri turistici della costa hanno registrato in questi giorni un aumento del 30-40 per cento di visitatori». La prova è costituita dall’incasso dei biglietti d’accesso alle mura della città di Pirano. Lunedì mattina, per Pasquetta, racconta sempre Fakin, quando è andato a riscquotere l’incasso ha notato con sorpresa il “passaggio” di 1.200 visitatori nella giornata del Sabato Santo e di mille visitatori nella giornata di Pasqua. Evidentemente la notizia delle file ai confini con la Croazia ha indotto i turisti sia sloveni che quelli provenienti soprattutto dal vicino Friuli Venezia Giulia e dal Veneto a fermarsi lungo i 46 chilometri di costa della Slovenia.

Altro discorso, invece, per i paesi a ridosso del confine nella parte orientale della Slovenia. Qui alle code proprio non erano abituati. A Slovenska vas, durante le vacanze pasquali, il centro è rimasto perennemente bloccato dalla lunga fila di automobili in uscita verso la Croazia. Alcuni abitanti hanno avuto addirittura difficoltà nell’andare a fare la spesa, fatto che, il più delle volte, comportava una litigata con gli automobilsti fermi in colonna da ore.

Il “bollettino” di Pasquetta, giornata di contro esodo è uno di quelli che fanno rabbrividire se si pensa ai prossimi ponti festivi del Primo Maggio e della Pentecoste, soprattutto quest’ultimo per i turisti tedeschi ed austriaci. Lunedì sera alle 23.30 a Obrežje, in entrata Slovenia, bisogna aspettare due ore (2 ore e mezza per i pullman), a Gruškovje 30 minuti, a Starod (direttrice Trieste-Fiume) 20 minuti, a So›erga 30 minuti, a Slovenska vas 30 minuti, a Zavr› 30 minuti, a Dobovec 30 minuti e a Metlika 30 minuti.

Il triste record delle code lo detiene il valico di Obrežje dove venerdì nel scorso di quasi tutto il giorno la fila ha toccato i dieci chilometri in uscita Slovenia.

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