Le cave dismesse diventano “cliniche” per proteggere volpi e gufi reali

TRIESTE C’è anche un naturalista triestino tra i vincitori della prima edizione italiana del “Quarry Life Award 2018”, il concorso nazionale promosso da Italcementi al fine di contribuire alla promozione della biodiversità nelle proprie cave dismesse.
Il naturalista Enrico Benussi ha sviluppato la progettazione di riqualificazione delle due cave calcaree (inutilizzate) adiacenti a San Giuseppe della Chiusa, situate sul ciglione carsico tra i comuni di San Dorligo della Valle e Trieste, confinanti con il bosco Bazzoni appartenente al sito Natura 2000.
Lo studio della biodiversità attuale dell’area ha rivelato una grande ricchezza di specie di vertebrati e oltre un centinaio tra invertebrati e vegetali.
Passero solitario, allodola, tottavilla, calandro e lo splendido gufo reale sono alcuni degli uccelli più caratteristici di quest’area all’interno delle 72 specie (25 delle quali nidificanti) registrate.
Nel corso delle indagini, nonostante il perimetro delle cave sia completamente recintato, alcuni varchi presenti di dimensioni variabili consentono con regolarità ad alcuni mammiferi di penetrare all’interno delle cave. Riccio europeo, lepre comune, scoiattolo, ghiro, volpe, faina, cinghiale, tasso e capriolo qui sono di casa. Da sottolineare anche l’osservazione nelle cave di più impronte di sciacallo dorato.
Benussi ha dunque proposto un progetto volto ad aumentare la biodiversità e il valore ecosistemico delle due cave tramite la realizzazione di una serie di interventi mirati: ripristino della landa carsica, realizzazione di corpi d’acqua, trasformazione del tunnel minerario in grotta seminaturale, conservazione delle rupi nella loro spontanea rinaturazione, contenimento della vegetazione aliena invasiva (ailanto e senecione africano) e valorizzazione del sito in chiave scientifica e didattica.
Tra le proposte anche la valorizzazione della galleria artificiale esistente tramite il posizionamento di bat-boxes, per lo svernamento e la riproduzione delle specie di pipistrelli, nonché la realizzazione di tre zone umide: un piccolo bacino permanente nell’area sudorientale della cava inferiore, uno stagno permanente di medie dimensioni pressoché centrale al fondo della cava superiore ed una piccola pozza temporanea.
Infine, il progetto premiato da Italcementi prevede anche un’iniziativa didattico-scientifica tramite l’installazione di webcam, connessa ad un sito web, al fine di poter estrapolare importanti informazioni di tipo etologico e biologico.
«Al di là della soddisfazione personale, ciò che interessa di più è che il lavoro, al quale ha contribuito gratuitamente con le proprie idee anche il naturalista Nicola Bressi, non resti solo un plico cartaceo capace di far bella mostra di sé dentro uno scaffale, ma che le proposte avanzate siano concretizzate con reali interventi di riqualificazione mirati ad aumentare la biodiversità ed il valore ecosistemico del sito», ha commentato Benussi.
Ora la possibile riqualificazione delle cave spetta all’Italcementi. –
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