Le cave di Aurisina e quei marmi richiesti nel mondo: l’estrazione sotto Augusto per Tergeste
Le origini risalgono all’epoca romana come dimostra l’arco di Riccardo, il grande sviluppo con la Ferrovia Meridionale
Il grande sviluppo delle cave di Aurisina avvenne quale conseguenza della costruzione del tratto Lubiana-Trieste della Ferrovia Meridionale: gli anni Cinquanta dell’Ottocento costituirono l’inizio di una frenetica attività che s’interruppe solo durante il secondo dopoguerra inoltrato.
Origini antiche
Le origini però delle cave di Aurisina risalgono all’età antica quando, sotto l’imperatore Augusto, s’iniziò a estrarre i primi blocchi di quel marmo tutt’oggi disseminato in tutto il mondo e di cui Trieste è l’involontaria vetrina commerciale. I primi edifici a beneficiare del calcare di Aurisina furono a Tergeste l’arco di Riccardo e il gradino per i seggi dell’elite triestina del Teatro romano, prima di venire usato in massa ad Aquileia e in generale nell’impero.
Lo studioso Ireneo della Croce, verso la fine del XVIII secolo, scriveva che i romani utilizzavano “due strade addimandate comunemente Piombino, perché tutte coperte di lastre di piombo non lungi dalle stesse cave, fra la accennata Villa di Bresina e la valle di Sistiana nel declivio della montagna verso il mare”. Il ritrovamento, avvenuto nel 1830, di lastre di piombo romane a Canovella sembra confermare questa tesi del trasporto del calcare tramite quest’antica strada.
Il Mausoleo di Teodorico
In epoca alto medievale la pietra di Aurisina fu inoltre utilizzata per il Mausoleo di Teodorico, il grande sovrano ostrogoto: ne scriveva già con ammirazione l’architetto Arduino Berlam, lodando “la stupenda cupola monolitica del Mausoleo di Teodorico a Ravenna che eclissa quanto può vantare l’Oriente in fatto di immensità dei blocchi”.
L’industria delle cave
La crescita di Trieste dal 1750 al 1914, estesa venticinque volte il suo originario nucleo medievale, comportò un utilizzo massiccio di pietra d’Aurisina: dall’originaria Cava romana gli scavi si moltiplicarono nel distretto, rispondendo agli ordini prima triestini e poi austriaci.
L’architetto Marco Pozzetto individuò nella decisione del Lloyd Austriaco di voler costruire un Arsenale a Trieste la nascita dell’industria delle cave di Aurisina: il Lloyd convinse infatti lo stato austriaco e i banchieri a Vienna, accedendo a un credito illimitato col quale si incaricò l’architetto danese Christian Hansen.
Questi, progettando l’arsenale, scelse di costruirlo da cima a fondo, compresi i piazzali di lavoro, con pietra di Aurisina. L’arsenale e il suo utilizzo sapiente della pietra ispirarono gli architetti del Ring viennese, mentre a Trieste allargarono il suo utilizzo al Palazzo del Lloyd di piazza dell’Unità di Heinrich von Ferstel, al Palazzo di Giustizia, della Ras, la Scala dei Giganti e l’odierno Porto Vecchio.
Impiego in tutto il mondo
Sarebbe troppo lungo elencare quali edifici prestigiosi tutt’oggi utilizzano la pietra di Aurisina: dagli ex territori dell’impero austriaco (Praga, Graz, Salisburgo, Vienna e Budapest), all’Italia con la stazione centrale di Milano, agli Stati Uniti con le stazioni della metropolitana di Atlanta, all’esempio “limite” del Parlamento di Wellington, nella Nuova Zelanda.
Lavoratori all’opera
Se tra fine Ottocento e inizio Novecento lavoravano nelle cave circa tremila operai, divisi tra cavatori, scalpellini e altre specializzazioni, la crescita maggiore avvenne nel primo dopoguerra, raggiungendo i quindicimila operai nel 1920. A propria volta la produzione raggiunse i massimi livelli nel 1955 con 25 mila tonnellate di pietra estratte in un anno, mantenendosi a 20 mila nel 1970 e crollando nel 1983 a sole 6 mila.
Se Aurisina entra nella storia europea tramite l’architettura, ne ha fatto anche parte tramite i suoi operai: occorre non dimenticare che, nel 1944, i tedeschi deportarono durante l’occupazione del Litorale Adriatico 400 operai delle cave nel III Reich.
Oggigiorno questo intreccio tra pietra e uomini è al centro delle tante attività del Museo Diffuso delle Cave e della Pietra di Aurisina che cerca di divulgare oltre un secolo e mezzo di cultura materiale senza però rinunciare a un’attività estrattiva di lusso ancora piuttosto richiesta. —
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