Le Benedettine a Prosecco Inaugurato il monastero

Un’attesa durata anni, ma alla fine il giorno dell’inaugurazione ufficiale è arrivato. Stiamo parlando del nuovo monastero di clausura delle suore benedettine a Prosecco che sorge dove un tempo c’era la sede dell’Ersa, l’azienda regionale per lo sviluppo rurale. Sono stati in molti ad ascoltare la messa officiata dal vescovo Giampaolo Crepaldi, tanto che la piccola chiesa ha fatto fatica a contenere la folla di persone, formata da autorità civili e militari, parenti delle suore, giunti anche con un pullman dal Veneto, oltre a semplici curiosi. Non casuale la data scelta per l’inaugurazione del monastero, quella dell’11 luglio che festeggia proprio San Benedetto, anche se in realtà le tredici suore vi alloggiano dal 24 maggio, da quando cioè hanno lasciato la struttura del monastero di San Cipriano di via delle Monache.
Un iter lungo e complesso quello che ha portato alla realizzazione della nuova struttura sull’Altipiano, che ha preso lo stesso nome di quella fondata all’ombra di San Giusto nel lontano 1265. Un’idea nata parecchi anno or sono e portata avanti dall’ingegnere Francesco Cervesi, che ne ha firmato il progetto e diretto i lavori, anche se la prima pietra è stata posata soltanto all’inizio del 2010. Un muro di recinzione delimita l’area di circa 3.500 metri quadri a disposizione delle suore benedettine, dove c’è spazio per una zona verde al cui centro è posto il chiostro. Semplice ed essenziale la linea con cui è stata progettata la struttura interna, costruita con pietra carsica e materiale di recupero, in cui si trovano gli strumenti e i macchinari da lavoro, per la rilegatura ed il restauro dei libri antichi, oltre naturalmente alle celle in cui alloggiano le monache. Come spiega con soddisfazione la badessa Madre Maria Elena, si tratta di un luogo più consono alla vita delle suore, immerso in un’oasi di pace e tranquillità.
La giornata delle monache inizia molto presto, alle 4.40 del mattino, per concludersi intorno alle 21.30, ed è scandita da tre parole semplici ma esplicative: preghiera, lavoro e silenzio. Questo il pensiero di Crepaldi, illustrato nel corso dell’omelia: «Non posso non notare il grande affetto della gente per le suore benedettine. E proprio l’affetto per il monastero deve essere uno dei segni distintivi della chiesa diocesana. Questa nuova struttura di Prosecco, che si fonda sul messaggio che ci ha lasciato San Benedetto, vale a dire “ora et labora”, porta con sé tre doni: quello della preghiera per Dio, quello della fraternità e della comunità, e infine l’amore per la natura ed il creato».
E adesso cosa ne sarà dello storico monastero di San Cipriano? In un primo tempo sembrava aver preso corpo l’idea di trasformarlo in struttura residenziale, dove sarebbero stati ricavati appartamenti di lusso. Una possibilità che però con il passare del tempo è stata accantonata. In realtà soltanto la parte della foresteria ospiterà una decina di abitazioni riservate alle famiglie, mentre uno degli edifici sarà destinato ad asilo nido, con spazi e attività ricreative per la scuola d’infanzia, gestito da una cooperativa sociale. Tutta la parte restante del monastero resterà di proprietà delle suore benedettine e in futuro potrebbe diventare la casa di un’altra comunità religiosa, sebbene non di clausura.
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