Le banche venete integrate in Intesa: traslocati i conti

Il lungo ponte della migrazione informatica dei rapporti di 2,2 milioni di clienti con l’assegnazione dei nuovi Iban
Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, in una immagine del 20 gennaio 2017. ANSA/MATTEO BAZZI
Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, in una immagine del 20 gennaio 2017. ANSA/MATTEO BAZZI

MILANO. Il ponte dell’Immacolata è stato di lungo lavoro per gli informatici di Intesa Sanpaolo. Alla riapertura degli sportelli questa mattina i 2,2 milioni di clienti (di cui 200mila aziende) ereditati da Veneto Banca e Popolare di Vicenza passano materialmente sotto il gruppo Ca’ de Sass. La migrazione informatica si è svolta senza intoppi e da oggi tutti i conti correnti della clientela (ai quali la novità è stata comunicata una decina di giorni fa) hanno nuovi codici. Di conseguenza, gli accrediti e gli addebitati effettuati con i vecchi estremi vengono automaticamente dirottati sui nuovi.

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Carlo Messina, direttore generale di Intesa San Paolo, durante l'Assemblea di Confindustria a Roma, 24 maggio 2017. ANSA / LUIGI MISTRULLI

 

A questo proposito, Confcommercio Vicenza ha lanciato un allarme: per i pagamenti che le aziende dovranno effettuare entro il 18 dicembre, tra cui Iva, Imu e Tasi, potrebbe esservi qualche ritardo dovuto alla recente migrazione informatica, con il rischio di sanzioni per la clientela. Dunque, meglio muoversi in anticipo sulla scadenza per evitare possibili intoppi. Previa registrazione, i clienti provenienti dalle due venete potranno accedere anche alla banca online di Intesa Sanpaolo. Carte di credito e bancomat resteranno invece in funziona fino a fine marzo, anche se vi saranno delle limitazioni, a cominciare dal prelievo agli sportelli Atm per un massimo di 250 euro a operazione.

Il piano Vivaldi di transazione della clientela nel nuovo gruppo coincide con la chiusura dei primi 140 sportelli ex-venete sui 250 che chiuderanno i battenti entro fine gennaio. L’unica in regione a chiudere i battenti è l’ex filiale di Popolare di Vicenza a San Vito al Torre (Udine), che viene accorpata a quella della vicina Aiello del Friuli. Tutte salve le altre 50 filiali appartenute a Veneto Banca e Popolare di Vicenza, molte delle quali hanno già cambiato le insegne per adottare quella di Ca’ de Sass. Intanto si attendono novità in merito agli asset deteriorati che Intesa non ha rilevato e sono finiti alla Sga, impegnata a gestirli con l’obiettivo di minimizzare le perdite per lo Stato. Si tratta di circa 18 miliardi di euro tra sofferenze e inadempienze probabili, che potrebbero salire ulteriormente alla luce del deterioramento di alcune situazioni nel corso delle ultime settimane. Il censimento è in corso e il dato esatto sarà completato a breve, con l’arrivo del decreto ministeriale che cristallizzerà la situazione, fissando i prossimi step.

Intanto è partita la gara per la ricerca di un servicer incaricato di gestire i crediti, puntando a sanare le situazioni non ancora del tutto compromesse. Intanto proseguono le indagini alla ricerca dei responsabili del crack che ha colpito i due istituti. Oggi a Roma vi sarà l’udienza preliminare per Veneto Banca, con la costituzione delle parti civili, circa 4mila risparmiatori che intendono partecipare al processo. Domani si aprirà l’udienza preliminare a Vicenza, a carico del presidente di Bpvi Gianni Zonin e del direttore generale Samuele Sorato, più altri cinque ex amministratori: per tutti l’accusa è di aggiotaggio, ostacolo alla Vigilanza e falso in prospetto.

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