«Le banche aiutino le imprese di Gorizia»
GORIZIA Una lettera accorata a tutti gli istituti di credito dell’Isontino. Affinché facciano la loro parte a supporto delle imprese danneggiate dalla crisi innescata dall’epidemia da Covid-19. A scriverla il prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello che rammenta le misure di sostegno alla liquidità delle aziende introdotte dal Governo attraverso il decreto legge 18 del 2020. «Un’azione necessaria - premette il prefetto - per mantenere in vita il nostro sistema economico affinché, una volta terminata l’emergenza sanitaria, trovi la forza di reagire e ripartire».
È nata così una lettera, condivisa con i rappresentanti delle categorie produttive e con le organizzazioni sindacali, che chiede, sostanzialmente, «una tempestiva attuazione» di quanto previsto dalla normativa, «con particolare riferimento - scrive Marchesiello - alle misure concernenti i nuovi interventi del Fondo di garanzia per le Pmi (articolo 49), l’attuazione del Fondo di solidarietà mutui prima casa (art.54); una moratoria straordinaria dei prestiti e delle linee di credito concesse da banche e intermediari finanziari a micro, piccole e medie imprese (art.56); gli ulteriori, specifici interventi previsti dalla Regione Friuli Venezia Giulia».
Il prefetto lo definisce «un appello doveroso» viste le difficoltà delle imprese. «Ovviamente - dice - gli istituti di credito dovranno confrontarsi con le rispettive direzioni aziendali e con i consigli di amministrazione ma è chiaro che questo è un momento di grande difficoltà per il tessuto produttivo. Corriamo il rischio che se non si dà credito con le debite garanzie alle imprese, possano prendere il sopravvento le associazioni criminali le quali, avendo denaro facile, possono avere la prevalenza. Il mio, pertanto, è un invito ad essere solleciti».
Parole che suonano come musica alle orecchie di Gianluca Madriz, presidente di Confcommercio Gorizia. «La stragrande maggioranza degli esercizi commerciali è chiusa e sarà l’ultima a riaprire, sempre che tutti riescano a rimettersi in carreggiata - argomenta il numero uno dell’Ascom isontina -. La situazione è drammatica. A parte il settore alimentari, il turismo è fermo. E chi vende abbigliamento ha i magazzini pieni di collezioni primaverili che, probabilmente, non venderà mai. In compenso, le spese fisse mensili continuano ad esserci. I costi di gestione equivalgono al 20 per cento del giro d’affari annuo. Il Paese non è in più in ginocchio, è disteso».
Madriz, fatta questa premessa, evidenzia come l’intervento del sistema bancario sia «determinante» in questa situazione. «Dateci credito, dateci aiuto perché rischiamo di non risollevarci più». Un appello viene formulato anche ai goriziani, affinché - passata l’emergenza - facciano acquisti in città. «In questi momenti, si ha la dimostrazione plastica di cos’è Gorizia con i negozi chiusi e con le vetrine spente. Impegniamoci affinché il colpo d’occhio non rimanga questo, anche dopo il passaggio del coronavirus».
Madriz spende parole di gratitudine, invece, per i sindaci, «i quali stanno facendo di tutto per salvaguardare l’esistente». —
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