Le azalee della ricerca in 70 piazze

Gazebo dell’Airc per la Festa della mamma. Con l’acquisto di una pianta si sosterrà la lotta al cancro

TRIESTE. È per finanziare la lotta al cancro che domenica, in occasione della festa della mamma, i volontari dell'AIRC distribuiranno le Azalee della ricerca in 70 piazze della regione. Quindici euro a pianta bastano a omaggiare la propria mamma contribuendo all'obiettivo dell'AIRC di raccogliere 9 milioni di fondi, indispensabili a garantire il finanziamento dei progetti di ricerca sui tumori.

A Trieste sarà possibile acquistare le azalee in Campo San Giacomo, piazza della Borsa, piazzale Rosmini e al centro commerciale "Giulia". Tra le altre località in regione aderiscono Gorizia (Corso Verdi e piazza SantAntonio), Monfalcone (piazza della Repubblica, Udine (piazza Matteotti) e Pordenone (loggia del Municipio): per conoscere l'elenco completo è possibile consultare i siti www.airc.it e www.festadellamamma.it o telefonare allo 840 001 001.

Nelle piazze, i ricercatori si affiancheranno ai volontari anche ricordare il ruolo cruciale della prevenzione e della diagnosi precoce nella lotta contro il cancro. Quasi il 70% dei tumori potrebbe essere prevenuto o diagnosticato in tempo se mantenessimo stili di vita corretti e aderissimo ai protocolli di screening, ricorda l’AIRC. Concetto ribadito in quest'occasione anche dai ricercatori del Centro di Riferimento Oncologico, Cro di Aviano, in particolare da Gustavo Baldassarre, specializzato in oncologia medica e dedito alla ricerca per la lotta contro i tumori femminili, mammella e ovaio in primis.

In base ai dati raccolti dal registro tumori Friuli Venezia Giulia, si evince un trend in aumento del cancro della mammella: «Il tumore al seno è il più diffuso in assoluto – spiega Baldassarre – con numeri che nella nostra regione sono leggermente aumentati dal 1995 in poi, raggiungendo una media di 150 casi ogni 100mila abitanti». Se nel 1995 in regione si contavano 1034 nuovi tumori al seno all'anno, nel 2007 se ne sono registrati circa 1200, con picchi di rialzo dovuti fortunatamente, almeno in parte, all’effetto dello screening mammografico «strumento che ha permesso la diagnosi precoce, per la fascia d’età compresa tra i 50 a i 70 anni. In compenso, grazie alla diagnosi precoce e ai notevoli progressi terapeutici, la mortalità per tumore al seno è diminuita – riprende il medico -. Se nel 1994 in Fvg registravamo 353 donne morte su 1000 casi di cancro al seno, oggi sono 324 su 1200». Dal 2002 Baldassarre dirige un laboratorio ad Aviano per studiare le cause del cancro dal punto di vista molecolare, cercando di trasportare nel paziente le conoscenze ottenute nei modelli sperimentali. Il suo progetto mira a chiarire il ruolo di proteine regolatrici della proliferazione cellulare nell’insorgenza e nella progressione tumorale. Il fine principale delle sue ricerche è contribuire a chiarire questi meccanismi molecolari con l’obiettivo di trovare terapie più mirate e meno tossiche, in grado di limitare la crescita e la disseminazione dei tumori, in particolare quelli femminili a partenza da mammella e ovaio. Molto differenti sono i dati per il tumore dell'ovaio. «Un male molto più raro e di incidenza stabile, con 12 casi per 100mila abitanti, circa 100 ogni anno, che si accompagna però ad un tasso di risposta alle terapie molto più basso» riprende Baldassarre. Da qui la necessità di studiare al meglio la malattia. «Sarebbe importante che la cura dei tumori dell'ovaio avvenisse sempre nei centri di eccellenza – s'appella il ricercatore – in modo da poter includere le pazienti in studi clinici-sperimentali, dove la chemioterapia tradizionale possa essere associata a nuove terapie sperimentali personalizzate. Nel caso particolare del tumore dell’ovaio, sappiamo oggi che la chirurgia svolge un ruolo di primaria importanza e impatto nella prognosi della paziente, come la capacità di dare le giuste terapie».

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