Le assicurazioni Generali fanno scandalo a Hollywood
La pellicola sulla maxi-causa con il colosso assicurativo irrita gli ebrei americani: "Fiction che cambia la realtà"

TRIESTE Negli Usa la Sony Pictures starebbe sviluppando il progetto di un film su un episodio controverso che riguarda le Generali: una battaglia legale degli andi Silvio Maranzana wTRIESTE Sbarca a Hollywood, subito marchiato da polemiche a raffica, il braccio di ferro sviluppatosi negli Anni Novanta tra le Assicurazioni Generali e le comunità ebraiche per le polizze sottoscritte da ebrei poi vittime dell'Olocausto. Nel film in lavorazione che si intitola "Never forget", come si legge sotto, Sandra Bullock è un'eroica avvocatessa californiana che sfida il colosso assicurativo triestino.
A innescare una quindicina di anni fa lo scandalo dei beni mai restituiti furono i 31 mila conti dormienti nelle banche svizzere intestati a ebrei periti nella Shoah. Dopo mesi di polemiche, nell'agosto 1998, le banche elvetiche firmano uno storico accordo con il Congresso mondiale ebraico che prevede la restituzione di 1.250 milioni di dollari, pari all'incirca a 2.200 miliardi di lire. Quasi contemporaneamente le Generali, dopo essere state citate a giudizio a Los Angeles proprio dagli eredi di Moshe Stern, il cui caso è alla base della storia hollywoodiana, a loro volta firmano un accordo in base al quale si impegnano a versare 100 milioni di dollari (180 miliardi di lire). «Il film con la Bullock è fiction pura - si è lamentato ora Martin Stern, nipote di Moshe - quell'avvocatessa (che è sua cognata Lisa, ndr,) non ebbe nulla a che fare con l'accordo che invece io firmai con l'ad delle Generali, Giovanni Perissinotto».
Per tornare alla storia, la compagnia triestina nel 1999 conferma di aver costituito un fondo di 12 milioni di dollari e di aver stanziato assieme ad altre quattro compagnie, un fondo umanitario di 90 milioni di dollari per indenizzare gli eredi delle vittime che non sono in grado di presentare la documentazione richiesta. Contestualmente Generali consegna al Museo dell'Olocausto Yad Vashem un elenco con i nomi di 100 mila sottoscrittori di polizze affinché vengano divulgati per rintracciare gli eredi. Il debito totale delle compagnie di assicurazioni europee sembra in realtà superare il valore del miliardo di dollari, cifra stimata nel 1998. Secondo il World jewish congress, le spoliazioni complessive ammontano a 72 miliardi di dollari. Oltre alla Svizzera, per il riciclaggio dell'oro trafugato dai nazisti e all'Italia per le polizze di Generali, l'elenco di Paesi dove furono commessi saccheggi ai danni delle comunità ebraiche comprende Austria (soldi e oro confiscati nelle banche), Belgio (oro e diamanti razziati), Estonia (proprietà fondiarie e sinagoghe confiscate), Francia (migliaia di opere d'arte, edifici a Parigi confiscati dal governo di Vichy, beni dei 75 mila ebrei francesi deportati), Germania (assicurazioni e oro razziato rimasto nelle banche), Norvegia (proprietà vendute all'asta dopo la guerra), Polonia (7mila proprietà delle comunità più beni privati), Portogallo (riciclaggio di 170 tonnella di oro), Spagna (riciclaggio di oro razziato), Ucraina (migliaia di proprietà confiscate a comunità e privati), Ungheria (300mila edifici confiscati). A Trieste nel 1997 ha fine una vicenda per certi versi ancora più incredibile. Soltanto grazie a un'inchiesta del "Piccolo", vengono ritrovati cinque bauli contenenti gioielli e altri averi degli ebrei triestini, che per trentacinque anni erano rimasti in un sotterraneo della Tesoreria centrale dello Stato, a Roma. Depredati dai nazisti, erano stati recuperati nel dopoguerra dal governo alleato a Graz e rispediti a Trieste. Qui tutti gli oggetti erano stati esposti, ma riconosciuti dai legittimi proprietari soltanto nella misura del 10 per cento perché la gran parte degli ebrei triestini era morta nei campi di sterminio. In città furono 131 gli appartamenti e le ville di ebrei depredati dai nazisti e il valore del bottino superava i 186 milioni di lire del 1946.
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