Le aragoste spariscono dai mari della Dalmazia

Pochissimi pescatori si sono messi “a caccia”: «I bottini ormai sono dimezzati» Il prezzo del prelibato crostaceo schizza fino a 66 euro al chilogrammo
Di Andrea Marsanich

LISSA. Aragoste dell’Adriatico, chi le ha viste? È da anni che la pesca al prelibato crostaceo nelle acque croate dell’Adriatico sta dando risultati sempre più striminziti, segno che la sua biomassa sta diminuendo dopo decenni di attività alieutica indiscriminata. La stagione di pesca è cominciata due settimane fa, il 15 maggio, e da allora ben pochi pescatori dell’isola di Lissa – di Comisa (Komiza) in primo luogo – si sono messi al lavoro, tentando la fortuna nei bracci di mare antistanti le isolette di Sant’Andrea (Svetac) e Melisello (Brusnik). A farli desistere, o quasi, dalla pesca all’aragosta sono state non solo le cattive notizie sui pochi esemplari presi ma anche le condizioni meteo di queste settimane, con vento, temperature basse, forte moto ondoso e pioggia battente.

Tra qualche giorno, condizioni meteomarine permettendo, i pescatori cominceranno a dirigersi anche verso l’isolotto di Pelagosa (Palagruza), dove le catture potrebbero essere più abbondanti ma quasi certamente non ai livelli di venti e più anni fa. Intervistato dai giornalisti, il pescatore professionista di Comisa, Vedran Boban, ha confermato il difficile momento della sua categoria: «I bottini sono praticamente dimezzati rispetto al recente passato e a ciò si aggiunge la media delle dimensioni delle aragoste messe a pagliolo che è diminuita in modo drastico. Oggigiorno è raro pescare un esemplare di due chili, che ormai va considerato un bestione, e al massimo riusciamo a prendere aragoste di un chilo e mezzo, un chilo e sette etti. Purtroppo questa specie è andata incontro ad un depauperamento causato da pescatori incivili e sciocchi, che non pensano al futuro e alle generazioni di pescatori che verranno. Se lo Stato croato smetterà di cofinanziare il costo del carburante, gran parte dei pescatori chiuderà baracca, cercando un’altra occupazione. Purtroppo veniamo danneggiati dall’attività abusiva di persone senza scrupoli e mi riferisco principalmente ai pescatori di Traù, Lagosta e Milna, che calano le nasse anche durante il fermo biologico». Stando alle competenti autorità, sono sempre più numerosi i pescatori di aragoste che decidono di optare per un altro tipo di pesca e non mancano nemmeno quelli che, viste le magre pescate, utilizzano le proprie imbarcazioni a scopi turistici. Nei giorni scorsi le prime aragoste sono apparse nelle pescherie quarnerine e istriane. Pochi esemplari in verità, con prezzo (è il caso di Fiume) fissato a 350 kune, circa 46,2 euro al chilo. Nei ristoranti si superano sovente le 500 kune, pari a 66 euro.

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