Le accuse di Belci (Cgil): «Strani intrecci tra Authority e Curia»
«Volevamo vederci chiaro all'interno del “fronte del porto” per quanto riguarda il personale. Lo abbiamo fatto con la nostra categoria confrontandoci con iscritti e delegati. Abbiamo rilevato una gestione ancora peggiore di quella “monarchica” messa in luce dalle lavoratrici e dai lavoratori già intervenuti pubblicamente: si potrebbe parlare di un clima da Basso Impero». La Cgil dichiara così guerra totale all’Autorità portuale e lo fa attraverso il suo segretario regionale Franco Belci.
Segretario Belci, ma davvero la situazione alla Torre del Lloyd è peggiore che in altri enti o amministrazioni?
Aumenta la confusione e si moltiplicano gli atti poco trasparenti e di dubbia legittimità. Dal punto di vista umano bisogna incominciare dal lavoratore che anni fa subì un gravissimo incidente in seguito al quale, per protesta, il porto rimase bloccato alcuni giorni. Fu assunto a tempo indeterminato da Adriafer e gli fu successivamente proposto dagli attuali vertici lo spostamento, in un primo momento a termine, presso l'Authority. In base a questa promessa si licenziò da Adriafer, ma il rapporto a tempo determinato rimase tale: essendo scaduto il contratto, come messo in luce in questi giorni dalle categorie dei Trasporti, sarà licenziato se non si provvederà diversamente. Abbiamo chiesto garanzie, ma una risposta generica è stata data non al sindacato, ma al TG 3 dall'ufficio legale dell'Authority. (ndr: un confronto Authority-sindacati è previsto proprio oggi, ma è stato ottenuto solo dopo che i sindacati hanno fatto esplodere il caso)
Voi però avete addirittura protestato, in un certo senso, contro l’annuncio di assunzioni. Non è strano per un sindacato?
Le assunzioni si fanno se e dove ce n’è bisogno. Dal 2011 l'Ente ne ha fatte 13 a tempo determinato giustificate dal fatto che non si poteva procedere a quelle a tempo indeterminato in quanto andavano riassorbiti degli esuberi. Contemporaneamente si è provveduto a spostamenti, affidamento di incarichi, frammentazione di uffici “nelle more dell'approvazione di una nuova pianta organica”. Tale pianta deve ancora vedere la luce, ma nel frattempo la presidente ha stabilizzato 5 dei 13 dipendenti assunti a termine e in questi giorni è stata avviata la procedura di selezione per 4 posizioni a tempo indeterminato, nonostante non siano stati ancora riassorbiti gli esuberi: una palese contraddizione.
Preferite dunque che non vi siano assunzioni dall’esterno?
Figurarsi, se ci fossero le condizioni ne chiederemmo anche a Comune e Provincia. Ma vi sono dei vincoli giuridici e comunque sono presenti all’interno dell’Ente professionalità identiche a quelle che si intendono assumere. Non si fanno invece quelle che servono: per esempio, in un Ente nel quale la sicurezza sul lavoro costituisce sempre un gravissimo problema, mancano ispettori per la sicurezza, nonostante i solleciti giunti dalla Prefettura e gli accordi sindacali pattuiti dopo il tragico infortunio mortale di febbraio. Ma forse, nella gestione “fru fru” della presidente, sono considerati compiti superflui. Da tempo abbiamo chiesto risposte su questi temi, senza mai averne.
Lei ha anche denunciato strani intrecci Authority-Curia, ma per alcuni sono solo fantasie
Sono fatti. Come ci si avventura nei meandri del porto - quelli altolocati, beninteso - ci si imbatte in una costante e ramificata presenza, della Curia. Non si tratta solo della megastatua di monsignor Santin, sulla quale i nipoti hanno già manifestato il proprio dissenso in quanto incoerente con la sobrietà dello zio; né della recente, anomala partecipazione a un bando pubblico privo di un'adeguata offerta, visto che la Curia ha dichiarato che la costruzione di una chiesa non avrebbe comportato oneri. Vi sono anche altre “piste” che riguardano soprattutto il settore della comunicazione e dell'immagine, al quale l'Authority dedica molta attenzione, tanto che recentemente Alpe Adria (presieduta com’è noto da un sindacalista Uil) avrebbe assunto a progetto una persona ma, curiosamente, l'avrebbe immediatamente ceduta, sembra a titolo gratuito, all'Authority per fare la rassegna stampa. Ma a seguire l'ufficio stampa dell'Apt c'è già il portavoce del presidente della Camera di Commercio, i cui rapporti con l'Authority, com’è noto, sono molto stretti, tanto che allo stesso presidente è stata affidata una delle tante poltrone sulle quali sta contemporaneamente seduto. E ancora, dal 2012 l'Authority si avvale per la gestione del proprio sito web nientemeno che del vicedirettore di “Vita Nuova” Francesco La Bella. Stranamente, l'incarico non è presente, ad oggi, nell'elenco degli affidamenti esterni dell'Ente. Sarà un caso. Come probabilmente è un caso che l'Apt e l'Istituto di cultura marittimo portuale sponsorizzino il portale www.genius-online.it "magazine mix of creative culture", di cui lo stesso La Bella è direttore, ma nel quale non ho trovato traccia di navi, gru, o anche solo di bitte.
Ora la presidente Monassi punta alla riconferma
Non le si possono negare meriti, soprattutto in termini di marketing. Si colloca certamente in questo ambito la sponsorizzazione che nel 2013 l'ApT diede al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. La sponsorizzazione valse alla presidente l'invito a partecipare (assieme al ministro Lupi, noto esponente del movimento) a un dibattito sui trasporti. Una partecipazione poco faticosa ma redditizia. Nella trascrizione degli interventi, di 17 pagine, quello della presidente ne occupa una scarsa: il massimo risultato col minimo sforzo. Va riconosciuto invece che la presenza in porto del vicedirettore di “Vita Nuova” è portatrice di una ventata di evangelizzazione con nuovi abbonamenti al settimanale diocesano. In cambio quest’ultimo ha ospitato, ad esempio, la pubblicità dell'ApT in cui si evidenziava la partecipazione a una Fiera del settore della logistica a Berlino, dove, evidentemente, il periodico della Curia ha una grande diffusione. La presidente non ha mai voluto rendere conto al sindacato di queste situazioni. Probabilmente, vista la convergenza di pensiero con il Movimento Trieste Libera, pensa di godere dell'extraterritorialità. Speriamo non sia dello stesso avviso la Corte dei Conti. Quanto al vescovo, temo di aver capito che la Corte, in Vaticano, non esiste. Ma Papa Francesco potrebbe pensarci.
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