Le 4.500 mamme di Trieste alla “guerra delle mense”
TRIESTE Sono circa 4.500 gli utenti delle mense scolastiche di Trieste che hanno firmato per la protezione delle condizioni di lavoro delle oltre 160 dipendenti e per la qualità del servizio. Anzi, essendo gli utenti perlopiù bambini, a firmare sono stati i loro genitori. Le adesioni sono state raccolte dalle operatrici delle mense, le cui paghe sono a rischio dopo il subentro di una nuova azienda appaltatrice, la milanese Dussmann. Le firme verranno consegnate al Comune domani mattina, quando la Cgil di Trieste scenderà in piazza della Borsa in difesa delle lavoratrici dell'appalto. Al contempo verrà lanciata una campagna nazionale di raccolta firme in favore di una nuove legge sul lavoro. L'iniziativa rientra nelle mobilitazioni che i sindacati conducono ormai da mesi sul caso mense.
Il prossimo capitolo della vicenda si terrà il 28 aprile, quando il Consiglio di Stato si pronuncerà sul ricorso presentato dalla seconda qualificata nella gara, la CirFood. Il che significa che a partire dal 29 la Dussmann potrebbe assumere l'incarico e applicare i tagli già annunciati sull'orario delle lavoratrici: una scelta che, come spiega la Cgil, potrebbe portare buona parte delle lavoratrici dell'appalto (già con stipendi ridottissimi) sotto alla soglia di povertà. Ragion per cui il sindacato ha scelto di scendere in piazza. Spiega il segretario provinciale della Cgil Adriano Sincovich: «Tanto la stazione appaltante quanto il prossimo gestore devono sapere che non cederemo di un passo su questo fronte. Non accetteremo alcun peggioramento delle condizioni di lavoro e ricorreremo a tutti gli strumenti previsti».
Aggiunge la sindacalista Antonella Bressi: «Il piano della Dussmann mette a rischio non solo le condizioni di lavoro e gli stipendi delle dipendenti, ma anche la qualità del servizio. Ecco perché in poco tempo le lavoratrici delle mense sono riuscite a ottenere un così ampio appoggio».
Un segno di solidarietà che domani la Cgil intende consegnare al Comune: «Abbiamo invitato il sindaco Roberto Cosolini e l'assessore competente Antonella Grim - spiegano -. A loro, o a chi li sostituirà, noi daremo queste firme. Perché pensiamo che anche il Comune non possa evitare di porsi il problema di cosa avverrà al servizio se i tagli venissero applicati». In effetti la giunta il problema se l'è posto: nelle settimane scorse l'assessore e il sindaco hanno avuto diversi incontri con i vertici dell'azienda per chiedere la tutela delle condizioni di lavoro attuali. Quanto all'esito del ricorso al Consiglio di Stato, la Cgil spiega di aver richiesto l'accesso agli atti: «Ci è stato negato perché a quanto pare il sindacato non è considerato un soggetto avente diritto ad ottenerli. Ci chiediamo a questo punto chi lo sia».
Lo scopo, aggiunge Bressi, «è di capire com'è possibile che l'appalto sia andato a un'azienda che ha offerto un ribasso di tre milioni rispetto al prezzo proposto dal bando». Il personale delle mense sarà in piazza della Borsa domani dalle 10.30 alle 12-30.
Contestualmente, dalle 10 alle 13, la Cgil sarà nella stessa piazza per raccogliere firme per diverse iniziative nazionali. Spiega il segretario Sincovich: «La prima è una proposta di legge popolare che abbiamo battezzato "Carta dei diritti universali". Un testo con cui intendiamo frenare una deriva che da molti anni sta erodendo i diritti dei lavoratori, culminata con lo sfascio del Jobs Act. Vi si introducono l'impossibilità del licenziamento senza giusta causa e il ruolo del giudice come agente terzo».
Le altre iniziative per cui si raccolgono le firme sono tre referendum connessi, volti all'introduzione della responsabilità sociale delle aziende in caso di appalto, il reintegro in caso di licenziamento illegittimo, l'abolizione dei voucher. «Questi ultimi - chiosa Sincovich - sono una sorta di legalizzazione del lavoro nero».
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