Le 1400 vite salvate dai controlli oncologici
TRIESTE. Ha salvato vite, ha messo sul chi va là persone che altrimenti non si sarebbero accorte di nulla. Sono quasi 1.400 i casi di tumore, potenziali o già in fase di avanzamento, intercettati in Friuli Venezia Giulia dagli screening oncologici della sanità regionale programmati per prevenire i carcinoma del collo dell'utero, della mammella e del colon retto. Il report, l'ultimo disponibile, si riferisce al 2014 e parla anche di un progressivo incremento delle percentuali di adesione agli esami. Ed è un buon segnale, come fanno notare gli esperti: più cittadini si sottopongono ai test, più malattie possono essere curate e in tempo, magari evitando interventi invasivi.
Sommando le tre patologie, sono 210.016 i residenti in Friuli Venezia Giulia che nel corso del 2014 hanno risposto agli inviti delle rispettive aziende sanitarie prendendo un appuntamento per le analisi. È il 60% del campione, complessivamente. Per 1.393 di questi sono stati necessari interventi o almeno ulteriori accertamenti; si tratta dello 0,6% del totale, vale a dire 6 su 1000. Gli screening sono gratuiti e vengono proposti a tutti i cittadini che rientrano nelle fasce d'età considerate più a rischio. Permettono di ridurre la mortalità individuando le malattie prima dell'insorgenza dei sintomi. Prevengono la patologia riconoscendo le lesioni ai tessuti in fase iniziale. Se ciò non è possibile, la diagnosi precoce permette comunque di scoprire i tumori quando sono ancora molto piccoli.
Collo dell’utero
Il carcinoma si sviluppa a partire da un'infezione causata da un virus che può alterare le cellule del collo dell'utero, un'infezione molto diffusa che generalmente si risolve da sola, ma in alcune circostanze può degenerare. Il pap test, che si rivolge alle donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni, riconosce il problema perché scopre al microscopio le alterazioni cellulari prima che si formi la malattia. Nel 2014 59.119 donne hanno aderito alla campagna di prevenzione, il 60,4% delle residenti contattate: un aumento del 17% rispetto al 2000, quando cioè è partita l'iniziativa. Sono state 429 (0,7%) le “neoplasie intraepiteliali cervicali” identificate, cioè lesioni precancerose che precedono il tumore invasivo. I trattamenti eseguiti sono prevalentemente di tipo conservativo, precisano gli esperti, e per i casi più lievi è possibile la regressione spontanea che va comunque monitorata.
Mammella
Il programma di prevenzione si rivolge alle donne tra i cinquanta e i sessantanove anni, quando il livello di pericolosità tende ad alzarsi. Si calcola che circa una su tredici durante l'arco della propria vita sviluppa un tumore alla mammella. La patologia può essere diagnosticata in una fase iniziale e quindi curata efficacemente. Ed è proprio questo l'obiettivo della mammografia, una radiografia che va ripetuta ogni due anni e che rintraccia lesioni minimali, anche quando non danno sintomi e non si riesce a sentirle con la palpazione. In totale sono state 58.275 le donne che hanno accettato l'esame, pari al 61,22%, un incremento del 10% negli ultimi dieci anni. Grazie allo screening sono stati diagnosticati 387 tumori, l'80% dei quali in fase precoce.
Colon retto
Il cancro al colon retto ha origine da lesioni benigne chiamate polipi adenomatosi, molto frequenti dopo i cinquant’anni, che possono essere individuate e asportate per tempo. È una patologia che colpisce l'ultima parte dell'intestino: è il secondo tumore più frequente in Italia. In genere sorge a partire da piccole lesioni benigne dell'intestino, chiamate polipi o adenomi. Una piccola percentuale di queste lesioni può trasformarsi in un cancro; il processo comunque è molto lento (dieci-quindici anni) e ciò consente una diagnosi precoce. Si può individuare da un sanguinamento non visibile a occhio nudo ma rintracciabile con un esame delle feci denominato "ricerca del sangue occulto". In questo modo si riconosce il tumore a uno stadio iniziale, quando è più facilmente guaribile, e si asportano i polipi prima ancora che degenerino in conseguenze più serie. Nell'ultimo anno, viene rilevato nel report della Regione, lo screening ha interessato 92.622 cittadini (56%) e ha identificato un totale di 577 situazioni a rischio, di cui 135 tumori veri e propri, per lo più in fase iniziale, e 442 persone con polipi avanzati. A questi pazienti, in particolare, è stato offerto un trattamento immediato per evitare il pericolo che la malattia potesse presentarsi negli anni successivi. Il programma di prevenzione è dedicato a uomini e donne tra i 50 e i 69 anni.
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