L'avvocato della Regione fa causa al datore di lavoro

Dipendente dello staff legale viene distaccata a diretto supporto di Serracchiani. Ettore Volpe non ci sta e cita l’amministrazione portandola davanti al Tar
La presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani
La presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani

TRIESTE. L’Avvocato della Regione Ettore Volpe fa causa alla Regione. Non a un’altra, ma alla sua, il Friuli Venezia Giulia. La porta al Tar, confermando definitivamente la tensione con i piani alti del Palazzo, non rientrata dopo la nomina dell’ottobre scorso a capo della struttura. A spingere Volpe al passo giudiziario contro l’ente per il quale lavora è il distacco di una dipendente dello staff legale, Ester Brattovich, chiamata temporaneamente al lavoro a diretto supporto della presidente Debora Serracchiani con un decreto del direttore generale Roberto Finardi.

Le voci che si erano diffuse nelle ultime settimane su un’azione dell’Avvocato della Regione contro un provvedimento della direzione generale trovano riscontro in una delibera di giunta che vede la Regione costituirsi in giudizio avvalendosi, per ragioni di opportunità, dell’Avvocatura dello Stato. La questione è appunto quella del distacco. La vertenza sembrerebbe in realtà non riguardare lo spostamento in sé, quanto il fatto che all’avvocato Brattovich siano stati affidati compiti di consulenza legale esclusivi per la presidente. Il ricorso di Volpe, fondato su leggi e regolamenti interni, punta a dimostrare che anche quella funzione è propria, invece, dell’Avvocatura.

 

Trieste, la giunta “riabilita” l’ex avvocato di Palazzo
Un avvocato indossa la toga durante un’udienza in tribunale

 

A sentire la Regione, tuttavia, la tutela legale per Serracchiani non dipende dal suo ruolo di governatore, ma dai carichi di lavoro, e di conseguente responsabilità, aggiuntivi. La direzione generale precisa a questo proposito che «agli incarichi che la presidente della Regione deve affrontare nel suo ruolo istituzionale si affiancano da tempo quelli conseguenti alle funzioni di commissario delegato per l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nell’autostrada A4, di commissario straordinario delegato per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico sul territorio, nonché, da ultimo, di commissario straordinario per la realizzazione dell'accordo di programma della Ferriera di Servola». E dunque, «per garantire il necessario supporto a queste attività della presidente, si è valutata l’opportunità di mettere a disposizione, con un provvedimento di distacco temporaneo adottato dal direttore generale, un avvocato facente parte dell’Avvocatura della Regione. Si è ritenuto in tal modo - prosegue la nota della direzione - di dedicare un avvocato in via continuativa a svolgere una attività di consulenza legale per le specifiche problematiche di queste attività commissariali della presidenza che richiedono tempestività e attenzione particolari, ferma restando l’autonomia e l’indipendenza che l’ordinamento riconosce ai dipendenti che esercitano nell’ambito dell’amministrazione pubblica la professione forense».

Spiegazioni che non sono evidentemente bastate a Volpe, che ha infatti contestato la legittimità del provvedimento sotto diversi profili chiedendone l’annullamento previa sospensione dell’efficacia. Nel ricorso presentato al Tar, l’Avvocato della Regione, oltre a ravvisare l’incompetenza di Finardi ad adottare l’atto, ritiene vi sia una violazione delle prerogative che la legge sull’ordinamento forense riconosce agli avvocati regionali. «Una interpretazione diversa di un provvedimento organizzativo - spiega in risposta ancora la direzione generale - indirizzato al solo fine di garantire l’efficacia delle azioni commissariali della presidente». Tesi condivisa dalla giunta regionale che si è di conseguenza costituita in giudizio. Affidandosi agli Avvocati dello Stato per la difesa.

È l’ultimo capitolo, il più clamoroso, di un rapporto con non pochi attriti tra governo regionale e Volpe. Il legale, dopo essere stato declassato da Avvocato della Regione a direttore di staff, «nelle more di una ridefinizione dell’articolazione e dell’apparato organizzativo» fu spiegato, aveva pure consegnato una diffida agli uffici prima di essere nuovamente “promosso”.

Questo nuovo caso richiama alla memoria il contenzioso tra Regione e Renato Fusco, con l’ex Avvocato di Palazzo che chiese oltre 5 milioni (e a quanto risulta ne ottenne 2) come riconoscimento degli onorari relativi alla tariffa forense sulle azioni legali svolte per conto dell’amministrazione dal 1991 al 2001. La vicenda era nata con l’amministrazione di centrodestra. A risolverla, dopo averla ereditata, fu la giunta Illy con un’intesa raggiunta con il diretto interessato.

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