«Lavoro nei centri estivi nel 2013 le maestre chiederanno i danni»
Con il Comune erano d’accordo: ne avrebbero riparlato per tempo, a bocce ferme, dopo la pausa d’agosto. Ma di colpo - per i sindacati in prima linea nella vertenza sui centri estivi sfociata nella sentenza del Tribunale amministrativo che ha delegittimato il precetto del personale interno datato 2013 - di quell’appuntamento non rimane che il periodo, perché cambiano interlocutore e ordine del giorno. Cisl e Ugl - cioè le sigle che con la Uil (ora su posizioni più vicine alla Cgil) avevano appoggiato proprio il ricorso al Tar poi vinto da più di cento insegnanti di nidi e materne - tornano in effetti al fronte. Quella che rendono in queste ore i rispettivi segretari di categoria del pubblico impiego, Walter Giani per la Cisl e Fabio Goruppi per l’Ugl, più che una minaccia pare già una dichiarazione di guerra: «A settembre convocheremo un’assemblea in cui comunicheremo alle maestre che saremo loro vicini, come sindacati, nelle cause di risarcimento danni che vorranno intentare davanti al giudice del lavoro per aver dovuto lavorare nell’estate del 2013 sulla base di un richiamo in servizio giudicato a posteriori illegittimo dal Tar». Proprio lo scenario che in particolare la Cisl aveva tentato fino ad ora d’allontanare dai pensieri delle proprie iscritte, confidando nell’arte del rammendo delle relazioni di Roberto Treu, il cigiellino di lungo corso chiamato da Roberto Cosolini all’assessorato al Personale a estate 2013 finita.
Ma perché una simile retromarcia? Per giunta adesso che il Comune, di fronte alla contrarietà manifestata dalle insegnanti di ruolo nelle precedenti assemblee indette da qualsiasi sigla, aveva appena mollato l’idea di rifar lavorare le maestre per due settimane a testa tra luglio e agosto pur su base volontaria e non più obbligatoria, tornando ad affidare i centri estivi alle sole cooperative sociali? La colpa - non ci girano Giani e Goruppi - è di Cosolini. Per quella frase riportata dal Piccolo nel resoconto sul Report di mandato snocciolato dal sindaco ai lati di Ponte Curto l’altra settimana: «Le maestre non vogliono lavorare due settimane in più d’estate nei centri estivi, ma noi torneremo alla carica». Era il momento in cui Cosolini stava evocando «vittimismi e protezionismi», «particolarismi e situazioni di privilegio». Renziano nel midollo. Una frase su cui il sindaco non è tornato per rettificare o precisare nella sua replica alle critiche che gli erano piovute il giorno dopo dalla parlamentare di Forza Italia Sandra Savino, che aveva parlato di «maestre messe alla gogna di fronte alla platea di Ponterosso, colpevoli d’essere protagoniste di una controversia col Comune che trova origine nell’incapacità programmatoria».
Tutte cose che, in casa Cisl e Ugl, non sono passate inosservate. E così, appunto, mentre Treu è in vacanza (il suo ritorno è dato per lunedì), ecco la dichiarazione di guerra che vale, sulla carta, per circa 240 maestre, ovvero quelle richiamate complessivamente in servizio per due settimane a testa nell’estate 2013, due terzi delle quali (più o meno 160) avevano contribuito economicamente alla causa firmata ufficialmente da 110, o giù di lì. «Con poche parole d’accusa verso le maestre - rincara Giani - il sindaco ha rovinato un anno di lavoro e buone intenzioni del suo assessore Treu. Non potrà, difatti, esserci in futuro un clima di lavoro sereno se l’amministrazione continuerà a denigrare le maestre dicendo che non vogliono lavorare d’estate mentre, si sa, sono sostenute da una sentenza che legittima le loro posizioni. Le rimostranze dovrebbero semmai essere rivolte ai dirigenti e a coloro che hanno gestito malamente la situazione». «Ancora una volta - l’eco di Goruppi - il sindaco ha perso un’occasione per stare zitto. Evidentemente i molti problemi che affliggono l’amministrazione lo rendono confuso, non vorremmo che in questa confusione obbligasse le insegnanti a guidare il Tram di Opcina».
«Sia chiaro - la precisazione di Giani - che davanti al giudice del lavoro non andremo a chiedere il conto al Comune, non è nostra intenzione gravare sul bilancio dell’ente. Accerteremo la possibilità di chiedere i danni, personalmente, a chi era presente alla seduta della Giunta in cui venne approvata la delibera poi annullata dal Tar». Era il 22 maggio del 2013. La delibera contestata fu votata all’unanimità dei presenti: sei su undici. Ironia della sorte oltre a Treu - che non c’era perché non era ancora stato chiamato a fare l’assessore - tra gli assenti figura anche Cosolini, tanto che a presiedere la seduta fu il suo vice Fabiana Martini.
@PierRaub
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