«Lavori non pagati», dai progettisti causa alla società del Dhome

L’impresa affidataria 3Sixty-Group, che ha curato il cantiere del locale, contesta il mancato saldo
Una festa al Dhome (foto Silvano)
Una festa al Dhome (foto Silvano)

Per la realizzazione del “Dhome” quasi 900 mila euro di lavori eseguiti e non pagati: è questa la tegola caduta sulla testa della società Euromax - a capo appunto del nuovo locale fra via delle Beccherie e via di Tor Bandena - di cui è legale rappresentante Fulvio Venturi.
La Euromax di Trieste è stata citata davanti al giudice civile (l’atto è stato notificato nei giorni scorsi, l’udienza è fissata per il prossimo 10 aprile) dall’architetto Alessio Grison, legale rappresentante della 3Sixty-Group, la cosiddetta impresa affidataria che proprio su incarico di Euromax di Trieste, come si legge nella citazione, «ha eseguito numerose e complesse prestazioni progettuali e ha gestito, dopo averle predisposte, le pratiche amministrative e urbanistiche effettuando e coordinando i lavori che hanno consentito la trasformazione del locali di via Tor Bandena».
Il discobar - curato negli arredi e dotato di finestre antirumore e di strutture avveniristiche come un ponte interno sospeso - è stato realizzato in un vecchio magazzino di proprietà del Fondo Mascagni che fa capo a Generali real Estate. È stato inaugurato lo scorso giugno. Da allora peraltro non sono mancate proteste e polemiche da parte di un gruppo di abitanti della zona per gli schiamazzi notturni.
Secondo l’atto di citazione redatto dagli avvocati Maurizio Consoli e Giulio Quarantotto «vennero erogati da Euromax di Trieste nel corso del rapporto e fino a dicembre 2013 in più soluzioni acconti per l’importo complessivo di 435 mila euro. Successivamente - continua la citazione - iniziarono incomprensioni tra le parti riguardo il contenuto del rapporto sia dal punto di vista tecnico che contrattuale». Ma la vicenda, nonostante l’intervento di alcuni tecnici incaricati dalle parti in causa, non si è sbloccata. Questo - stando alla citazione - anche se i lavori nonostante le difficoltà erano stati conclusi. «Il locale - recita l’atto - è stato materialmente consegnato l’8 aprile nonostante i plurimi tentativi (da parte di Euromax di Trieste, ndr) di ritardare tale evento, per ragioni allora incomprensibili ma in seguito oralmente espresse in confuse contestazioni di inesistenti ritardi alla consegna».
Al momento, si legge ancora nella citazione, l’unico contrasto tra i tecnici è rimasto il prezziario di riferimento. I consulenti dei creditori hanno adottato i parametri del genio civile riferiti al recupero e alle manutenzioni e ristrutturazioni, quelli dei debitori il criterio dei prezzi indicativi per edifici pubblici di nuova costruzione. La differenza tra le due valutazioni ammonta a circa il 26%.
Su questa base i periti di 3Sixty-Group hanno effettuato una valutazione intermedia che porta il conto finale appunto alla cifra di 894mila euro. «L’atto è stato notificato la scorsa settimana e dunque lo stiamo appena valutando. Posso anticipare soltanto che le pretese della controparte, già da una prima lettura, appaiono smentite dalla documentazione in nostro possesso e dalle valutazioni dei tecnici incaricati da Euromax di Trieste che portano a ben altri "numeri"», dice l’avvocato Piero Santi, il legale che assiste la Euromax di Trieste. Aggiunge: «L’importo degli acconti versati non è quello riportato sull’atto. Ma è sensibilmente maggiore. Euromax di Trieste - prosegue il legale - ha già denunciato numerosi vizi e difformità relativamente alle opere eseguite nonchè il mancato raggiungimento di alcune delle caratteristiche che invece 3Sixty-Group aveva garantito e che hanno esposto e stanno esponendo Euromax di Trieste a costi non di sua competenza. Vi è poi anche la delicata problematica del grave ritardo accumulato dalla 3Sixty Group nell'esecuzione dei lavori e nell'ottenimento delle autorizzazioni che peraltro presupponevano la conclusione delle opere nel rispetto delle normative specifiche, attività questa che doveva seguire sempre la medesima società».
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