Lavori nella cucina prima dell’esplosione

Aldo Flego, deceduto nello scoppio, aveva acquistato i mobili all’Ikea. Incaricata una ditta esterna, interrogati dal pm Montrone i tecnici e l’idraulico. Via riaperta
Nella foto del lettore Andrea Nemaz (che ringraziamo) il prima e il dopo la tragedia di via Baiamonti
Nella foto del lettore Andrea Nemaz (che ringraziamo) il prima e il dopo la tragedia di via Baiamonti

«Torno nel pomeriggio per gli allacciamenti». Venerdì mattina, giusto prima di pranzo, i fratelli Aldo e Marcella Flego (lui morto e lei rimasta gravemente ferita, poco dopo, nel crollo della loro casa, al secondo e ultimo piano di via Baiamonti 71, in seguito a un’esplosione causata da una fuga di gas attorno alle 14.30) avevano ringraziato, salutato e accompagnato alla porta i tecnici che avevano appena finito di sostituire il vecchio ripiano della cucina col nuovo “top”, piano cottura e lavello, preso all’Ikea di Villesse.

Nell’occasione (ma forse lui se n’era andato un po’ prima, visto che gli spettavano il primo e l’ultimo “passo” delle operazioni, e non quelli internedi) avevano dato appuntamento di lì a poche ore al solo idraulico, per il ripristino delle cosiddette utenze collegate a quel “top”. Utenze. Dunque acqua, luce. E gas.

Tra venerdì sera e ieri - ma non è escluso che qualcuno possa essere ascoltato, o riascoltato, anche nelle prossime ore - quegli stessi tecnici (montatori e idraulico, appartenenti a un’impresa di servizi esterna all’Ikea e a un’ulteriore ditta in subappalto, rispettivamente la Blg Logistics Solutions Italia Srl e la Installo, network nazionale che per Trieste si appoggia all’Unieuro del Montedoro Freetime) sono stati sentiti dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale. Sono, questi “interrogatori”, il primo atto di un fascicolo d’inchiesta già aperto d’ufficio dal pm di turno, Pietro Montrone, che al momento non annovera alcun iscritto nel registro degli indagati e che condurrà nei prossimi giorni all’affidamento di una serie di perizie: da quelle strutturali sulla casa crollata, e su eventuali tracce utili semmai a dare un perché più circostanziato alla tragedia, fino alla scontatissima (in questi casi) autopsia sul corpo dell’unica vittima.

In mano agli inquirenti, che mantengono il più stretto riserbo sull’entità e sul numero delle persone già sentite o ancora da sentire, esiste per intanto una ricostruzione di massima di ciò che è accaduto venerdì scorso, al mattino, nelle ore immediatamente precedenti allo scoppio, dentro e fuori la palazzina di via Baiamonti 71.

Una ricostruzione alla quale stanno evidentemente contribuendo anche, per quanto possibile, tanto la famiglia dell’imprenditore Gianfranco Burni, il figlio della signora Marcella (i figli di suo fratello Aldo, che si era trasferito qui di recente dopo una vita passata a Pordenone, non abitano a Trieste, si legga sotto), quanto le imprese coinvolte, compresa presumibilmente la stessa Ikea (si faccia riferimento al riquadro), che proprio ieri ha inoltrato un lungo comunicato stampa in proposito.

L’incrocio di tutte queste primissime informazioni dice in sostanza che, nel corso della mattinata, una squadra di montatori, incaricati da un fornitore esterno dell’Ikea, la Blg Logistics Solutions Italia Srl, ha portato il nuovo piano di lavoro per la cucina. Con loro c’era l’idraulico, della ditta subappaltatrice Installo, «certificato - si legge nel comunicato Ikea - in ottemperanza alle procedure e norme vigenti». A lui il compito di staccare inizialmente le utenze in prossimità del punto in cui poi gli operai sono entrati in azione per sostituire il “top”, cosa effettivamente fatta, eseguita, come riporta nel comunicato l’Ikea. Finito il loro lavoro, rimaneva così quello del solo idraulico, che sarebbe appunto dovuto tornare a casa Flego proprio nel pomeriggio, per riattaccare i nuovi tubi alle prese a muro, e riattivare così le utenze.

L’idraulico però, come è ormai triestemente noto, non è più ripassato. Non ha potuto più farlo, poiché nel frattempo, attorno alle due e mezza, quella casa è letteralmente collassata in seguito al devastante scoppio generato da una fuga di gas, che come detto è costato la vita al fratello più giovane, Aldo di 76 anni, mentre Marcella Flego Burni, che ne ha dieci di più, ne è uscita miracolosamente viva. Strappata alle macerie, come pure la 66enne Filomena Gallone, la vicina del piano di sotto.

Sono loro le due persone rimaste ferite in modo più grave tra le quattro (cinque, contando Aldo Flego) coinvolte nell’esplosione. Filomena Gallone - dopo il primo passaggio al Pronto soccorso - si trova ora ricoverata al Maggiore, in Odontostomatologia: domani sarà sottoposta a un intervento alla mascella e più in generale al volto. Per lei, che ha subito pure la frattura composta del bacino, la prognosi è di trenta giorni. Meno di un mese invece per Marcella Flego Burni, ricoverata in Medicina d’urgenza a Cattinara, che ha riportato ferite e ustioni, fortunatamente non profonde, alla testa, sul collo e in faccia.

Trieste: esplode una casa, un morto e un ferito grave

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