Lavori mai eseguiti e fatture contraffatte dietro la sottrazione dei soldi alla Timavo

L’ex presidente Lorenzon, insospettito, si rivolse a una ditta che non aveva né svolto l’intervento né emesso la ricevuta
Bonaventura Monfalcone-14.09.2012 Panzano-Canottieri Timavo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-14.09.2012 Panzano-Canottieri Timavo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



In vista della trasferta di alcuni atleti doveva effettuare la prenotazione di un albergo cui era già ricorso in passato. Per questo l’allora presidente si era messo a spulciare le vecchie fatture del 2017. Un’operazione se vogliamo banale che, però, ha scoperchiato il vaso di Pandora. Da quella ricerca, infatti, dopo ulteriori approfondimenti è venuto a galla il maxi ammanco di quasi 290 mila euro dalle casse sociali dell’associazione sportiva dilettantistica Canottieri Timavo, facendo scoppiare un caso poi sfociato in due esposti alla Guardia di finanza di via Boito, tant’è che ora la Procura di Gorizia è al lavoro.

Lo si apprende dal racconto reso dall’ex presidente del sodalizio Lorenzo Lorenzon ai tesserati riuniti in assemblea straordinaria (a porte chiuse) la scorsa domenica al Kinemax, ma già in buona sostanza riferito agli altri componenti del direttivo in un incontro del 30 gennaio e quindi anche ai militari che il 4 febbraio raccoglievano il suo esposto, in presenza pure dell’avvocato dell’asd Lorenzo Presot.

Da quella ricerca, sempre stando alla versione fornita dell’ex vertice, era emerso un discreto numero di fatture – circa una decina – intestate a un’impresa della quale la Canottieri in passato si era avvalsa per alcune opere. Siccome, per quell’anno, non risultava una così rilevante esecuzione di lavori l’uomo, dopo verifiche presso uno dei due istituti di credito cui la Canottieri Timavo si appoggia, s’era persuaso a rivolgersi direttamente all’azienda, trovando conferma dell’estraneità di quest’ultima. Che non solo non aveva incassato un euro, ma non aveva emesso neppure quelle fatture. Nel 2017 un solo intervento era stato condotto all’asd di via dell’Agraria e quello, regolarmente fatturato, era stato saldato.

Siccome la cosa non quadrava affatto agli occhi di Lorenzon si erano resi necessari nuovi accertamenti bancari: se presso un istituto non si rilevavano incongruenze, nell’altro invece, dal febbraio 2013 si evidenziava una serie di operazioni tramite bonifico che, con cadenza grosso modo mensile, segnavano cifre variabili tra i 4 mila e i 6 mila euro. Tutti pagamenti anomali. Questa la genesi, secondo la versione di Lorenzon, dei fatti odierni. Come noto, l’ex presidente ai finanzieri ha indicato quale presunta responsabile della sottrazione «la tesoriera Cinzia Cantarutti» (senza per questo escludere la possibilità di coinvolgimenti di ulteriori persone). La donna, a suo tempo messa alle corde dall’uomo, avrebbe – sempre stando al suo resoconto – ammesso le proprie responsabilità, firmando a penna il 13 marzo 2018 un documento stampato a computer con l’impegno a restituire, a rate, la somma. Ma il “piano di rientro” non sarebbe stato in seguito portato a termine e solo un’irrisoria somma (un primo versamento di 2 mila euro, effettuato la scorsa primavera) sarebbe risultata corrisposta. In questa vicenda il condizionale resta d’obbligo perché fin qui si è potuto apprendere sempre e soltanto una versione, essendo la tesoriera deceduta alcuni giorni prima della segnalazione alla Gdf (il 25 gennaio), e in ogni caso spetta adesso alla Procura ricostruire quanto realmente accaduto e determinare eventuali responsabilità.

Ci si è chiesti in questi giorni come è possibile che siano mancati tutti questi soldi in un’asd, ma è bene chiarire che negli ultimi anni, sotto la guida dell’ex consiglio direttivo, la Canottieri Timavo ha avuto grande sviluppo: non solo era aumentato il numero di atleti, ma si era anche decisamente ampliata la disponibilità di ormeggi, facendo registrare un rilevante aumento di risorse nelle casse. —



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