Lavoratori pagati cinque euro all’ora. Bufera sull’Insiel

Cinque euro all’ora. Lordi. La Cgil prende carta e penna e denuncia lo «scandalo». Uno «scandalo» ancor più scandaloso perché colpisce la corazzata informatica regionale, l’Insiel, quella che...
Lasorte Trieste 23/03/12 - Via Polonio, UIL, Conferenza Stampa
Lasorte Trieste 23/03/12 - Via Polonio, UIL, Conferenza Stampa

Cinque euro all’ora. Lordi. La Cgil prende carta e penna e denuncia lo «scandalo». Uno «scandalo» ancor più scandaloso perché colpisce la corazzata informatica regionale, l’Insiel, quella che fornisce da sempre i servizi alla pubblica amministrazione, e non lesina «sugli stipendi dei manager»: ebbene è lì, proprio lì, che ci sono lavoratori «costretti a prestare la loro manodopera a 5 euro e sei centesimi allora lordi con un contratto di tempo indeterminato». Possibile? Certo, risponde il sindacato, tutto “merito” dell’appalto dei servizi di portierato che è passato ad un’altra azienda «senza clausole sociali e di mantenimento».

La Cgil, che si muove di concerto con la Fiom e la Filcams, non può accettare. E, gridando appunto allo «scandalo», muove ferocemente all’attacco dell’Insiel: «Dopo tanti proclami - scrivono all’unisono Adriano Sincovich, Alexander Vecchiet e Antonella Bressi - la gestione dell’Insiel si dimostra spietata come una multinazionale nella gestione degli appalti e dei dipendenti che prestano i loro servizi. Nonostante le cifre destinate ai manager dell’Insiel a titolo di premio, cifre che arrivano anche a decine di migliaia di euro, e fantasiosi quanto inutili corsi di formazione sui “social network” destinati a vaste platee di tecnici, la società decide di risparmiare sui servizi ceduti in appalto». Cinque euro all’ora, va da sè, gridano vendetta: «La Cgil, di concerto con la Fiom e la Filcams, reputa inaccettabile questa gestione dei contratti e coinvolgerà la proprietà per risolvere il problema che non riguarda il singolo caso ma rientra nel campo più vasto della gestione degli appalti pubblici». Da qui la richiesta del sindacato confederale: «Tutte le aziende pubbliche partecipate adottino un modello condiviso con i rappresentanti dei lavoratori di gestione degli appalti al fine di evitare drammatiche ricadute occupazionali». Nel caso specifico la Cgil di Trieste chiederà un incontro con la Regione «per iniziare questo percorso virtuoso che deve essere obiettivo comune che riguarda il rispetto per tutti i lavoratori».

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