«Lavoratori cassintegrati da mesi senza indennità»
Confartigianato e Cgil lanciano l’allarme: la Cassa integrazione in deroga per i lavoratori di imprese artigianali scade a metà luglio. Se il governo non la rifinanzia e non aumenta le ore, sono a rischio licenziamento centinaia di dipendenti. La situazione “esplosiva” è causata anche dal fatto che i cassintegrati non vedono un euro da gennaio. Il presidente della Confartigianato di Trieste, Dario Bruni, si trova a Roma e assieme alle altre organizzazioni nazionali sta preparando un documento che sarà presentato al presidente del Consiglio Enrico Letta: uno dei primi punti è proprio il rifinanziamento e l’aumento delle ore della Cig.
«La situazione sociale a Trieste e provincia manifesta forti disagi - è scritto in un documento la Cgil -, molti lavoratori di aziende artigiane che hanno attivato la cassa integrazione in deroga stanno per accumulare le 1038 ore di cassa previste dall’accordo regionale. I lavoratori non hanno ricevuto gli assegni di indennità di cassa in deroga a causa della mancata ripartizione dei finanziamenti ordinari provenienti dallo Stato, e ad oggi sono fermi negli uffici regionali quasi 1200 decreti in attesa di approvazione, di questi una parte rilevante riguarda lavoratori della provincia di Trieste».
Ma per la Cgil il problema è anche un altro e riguarda la locale sede Inps: «Se fossero approvati anche tutti i decreti giacenti in tempi brevi l’Inps potrebbe non essere in grado di assolvere rapidamente ai compiti di competenza e rapidamente pagare i lavoratori. Il settore dell’artigianato è inoltre in attesa del chiarimento sull’utilizzo della sospensione che porterebbe ulteriori 90 giornate di possibile respiro ai lavoratori prima del baratro del licenziamento». E per questo - sostiene ancora la Cgil - è urgente rinegoziare con l’assessorato regionale competente le ore di Cig in deroga previste nell’accordo di dicembre 2012, aumentando la capienza per consentire ulteriori periodi di copertura ai lavoratori. In assenza di modifiche, rapide e sostanziali è prevedibile una raffica di licenziamenti prima dell’autunno».
Anche la Confartigianato di Trieste, che vanta oltre 2000 soci ed è l’organizzazione maggioritaria del comparto in provincia di Trieste, è molto preoccupata. «Se nulla cambia nella prossime settimane - afferma Enrico Eva, segretario generale dell’associazione triestina -, da metà luglio centinaia di lavoratori sono a rischio licenziamento. A meno che, ma questo lo vedo difficile, le aziende con uno sforzo enorme riprendano i lavoratori. È perciò urgente che il governo intervenga immediatamente. La situazione è drammatica: c’è gente che da gennaio non riceve compensi, c’è da rifinanziare la Cig e soprattutto aumentare le ore di Cassa integrazione».
A Trieste poi la crisi tocca particolarmente l’edilizia: molti cantieri sono fermi mentre non c’è alcun ordinativo per i prossimi mesi. «E se non si muove l’edilizia - sottolinea Eva - difficile dare ossigeno agli altri settori». Per la Cgil c’è l’urgenza di attivare misure articolate per riavviare l’economia: «Bisogna rimettere alle famiglie dei lavoratori danaro che consenta di far ripartire i consumi quale volano della ripresa industriale. Alcune misure sono anche proposte nel Piano per il lavoro, che la Cgil ha portato al centra della discussione nazionale, regionale e provinciale».
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