L’avatar del tumore può fornire notizie per uccidere il killer

Grandi speranze nel progetto italo-austriaco PreCanMed coordinato da Area e UniTs

TRIESTE Sono 369 mila i nuovi casi di tumore in Italia stimati nel 2017 (192 mila fra i maschi e 177 mila fra le femmine), erano 365.800 nel 2016 (dati Fondazione Aiom). Oltre 3 milioni e trecento mila gli italiani e le italiane che nel 2017 vivono con una diagnosi di cancro, il 24% in più rispetto al 2010. A che punto è la ricerca scientifica contro il cancro? Si andrà verso una medicina personalizzata anche in questo campo?

Lanciato nel 2017, PreCanMed è un progetto di ricerca italo-austriaco che sfrutta una tecnologia innovativa per riprodurre in laboratorio degli organoidi, ovvero modelli tumorali sperimentali, derivati da cellule tumorali dei pazienti. Il progetto della durata di tre anni è coordinato dal Consorzio Italiano per le BiotecnologieLaboratorio Nazionale (LNCIB) con sede in Area Science Park a Trieste e coinvolge l’Università degli studi di Trieste, l’Università degli Studi di Udine e due partner austriaci: il Medizinische Universitat Innsbruck e l’Austrian Drug Screeening Institute. Finanziato dall’Unione europea, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dall’Interreg V-A Italia-Austria 2014-2020, il progetto si pone l’obiettivo di potenziare la capacità di ricerca e innovazione del Friuli Venezia Giulia in Italia e del Tirolo in Austria, creando i presupposti per una leadership di queste regioni transfrontaliere in questo settore.

Spiega il prof. Stefan Schoeftner del Consorzio Universitario per le Biotecnologie - Laboratorio Nazionale (Lncib) e coordinatore del progetto: «I cancri, anche dello stesso tipo, sono in realtà molto eterogenei tra loro e ciò rende il loro trattamento difficile, per questo potrebbe rivelarsi importante - prosegue - avere l’avatar del tumore in una piastra in laboratorio per comprendere tali diversità e sperimentare nuovi trattamenti, prevedendo la risposta individuale alle terapie oncologiche. La strada - sottolinea il ricercatore - è ancora all’inizio e ci vorrà del tempo per verificare l’utilità degli organoidi a fini terapeutici».

Il gruppo di ricerca italo-austriaco si focalizza in particolare sull’ottenimento di organoidi tumorali da quattro tipi di cancro: mammella, colon, polmone e infine mesotelioma che - commenta lo scienziato - ha una rilevanza molto elevata in Friuli Venezia Giulia.

Gli organoidi sono in pratica modelli di tumori che fedelmente rappresentano le caratteristiche individuali dei pazienti, secondo le ambizioni del progetto la disponibilità di questo tipo di modello consentirà da un lato di accelerare la sperimentazione di farmaci e di sviluppare in modo più meticoloso e rapido gli interventi di medicina di precisione, indirizzando la ricerca verso una più precisa caratterizzazione molecolare del tumore e del paziente integrando la tecnologia degli organoidi tumorali, le tecnologie genomiche, gli screening ad alta processività di composti e la bioinformatica, per generare nuove conoscenze e per identificare terapie antitumorali più efficaci».

Spiega il professor Massimiliano Pagani dell'Istituto Nazionale Genetica Molecolare "Romeo ed Enrica Invernizzi" e dell'Università degli Studi di Milano: «I tumori possono evolversi e sopravvivere all’interno del nostro organismo perché riescono ad eludere il controllo del nostro sistema immunitario che è sicuramente l’arma più potente nella lotta contro i tumori e normalmente li mantiene sotto controllo, impedendone nascita, insorgenza e controllando quelli eventualmente appena insorti».

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