L’autopsia-choc: Degrassi finito con 10 colpi alla testa

Dieci colpi ripetuti, assestati con un pesante vaso di fiori. Una furia cieca si è accanita sul portuale di 38 anni, Riccardo Degrassi, “finito” il 19 gennaio scorso, in via Marco Polo a Panzano, a pochi passi dalla sua abitazione. L’efferatezza che lo ha travolto è stata tale, da rendere il volto del giovane uomo monfalconese irriconoscibile.
L’assassino quella notte, con la fioriera prelevata da un cortile vicino ha infierito sulla sua vittima più volte. Difficile, pertanto, pensare a una semplice lite degenerata in tragedia, facendo piuttosto supporre una sorta di “esecuzione”.
È quanto è emerso dall’esito dell’autopsia eseguita sul corpo del portuale, che è stata depositata in questi giorni in Procura a Gorizia.
Al momento, tuttavia, risultano solo pochi elementi, indiscrezioni, in attesa di avere un quadro più dettagliato della ricostruzione della morte di Riccardo Degrassi. E soprattutto, è attesa la perizia più importante, che potrebbe fornire elementi decisivi per dare una svolta alle indagini e far luce sul delitto. Si tratta delle analisi affidate al Ris di Parma sulle tracce di sangue rinvenute sulla scena dell’omicidio. Gli esiti non sono stati ancora depositati in Procura.
A distanza di sette mesi dall’omicidio, dunque, ciò che gli inquirenti hanno a disposizione è la sola ricostruzione della dinamica dell’aggressione, ma nulla al momento si può sapere su chi fosse effettivamente presente, quella fredda notte di gennaio, in via Marco Polo. Se ad agire così brutalmente sia stato un solo assassino, oppure siano rimaste coinvolte nel delitto altre persone.
E a sette mesi di distanza dal tragico evento, resta in carcere l’unico indiziato, il ventenne di Duino, Michele Carannante, sul quale grava la pesante accusa di omicidio volontario.
Intanto, sarà effettuato un incidente probatorio sui reperti che gli inquirenti hanno raccolto, per stabilire chi ha ucciso Riccardo Degrassi. Lo ha richiesto la difesa di Carannante, l’avvocato Gianantonio Milio, che vuole vedere chiaro su quanto ha in mano la Procura, anche alla luce delle analisi del Ris di Parma.
Il procuratore capo Caterina Ajello ha già avuto modo di confermare, del resto, che il ventenne rimane l’unico indagato per omicidio e che non si cercano altri complici. Non è tuttavia escluso che, qualora dovessero emergere fatti nuovi, l’indagine prenda altre direzioni, compresa quella secondo la quale in via Marco Polo c’era qualcun altro che non è stato identificato.
Erano circa le 21, quando Carannante e Degrassi furono visti insieme vicino a piazza della Repubblica. Sono stati ripresi da una delle telecamere installate dal Comune in centro. Dalle immagini emerge che i due erano soli e discutevano. Carannante non ha mai voluto rispondere ai magistrati. Tuttavia, tre ore più tardi il portuale fu ucciso a Panzano. I carabinieri arrivarono al ventenne dopo neppure 24 ore.
Allora gli inquirenti parlarono di “gravi indizi” a suo carico, confermati dallo stesso Tribunale del riesame che respinse il ricorso presentato dal difensore dell’indagato, contro la custodia cautelare sostenendo che gli indizi non erano tali da giustificare la colpevolezza del proprio assistito e la sua permanenza in carcere.
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