L’auto blu inguaia il direttore dell’Inps Fvg

Il responsabile regionale Rocco Lauria accusato di peculato d’uso per un centinaio di viaggi all’aeroporto con la vettura di servizio
L'ingresso della sede dell'Inps
L'ingresso della sede dell'Inps

TRIESTE Nei guai per un centinaio di viaggi effettuati dal suo ufficio di via Fabio Severo all’aeroporto (e viceversa) con l’auto di servizio condotta dall’autista. Il direttore regionale dell’Inps, Rocco Lauria, 56 anni, è finito nel mirino del pm Lucia Baldovin che nei giorni scorsi ha chiuso le indagini preliminari. L’alto funzionario è accusato di peculato d’uso. Ora, dopo il deposito dell’atto, ha la possibilità di chiedere di essere interrogato o di presentare, entro venti giorni, una memoria scritta. Il pm Baldovin ritiene che quei viaggi settimanali effettuati per almeno due anni siano stati assolutamente privati, senza alcuna ragione operativa, in quanto l’auto di servizio non può essere utilizzata per andare e tornare dal lavoro, ma solo per ragioni effettive di servizio o istituzionali. Lauria, in altri termini, avrebbe dovuto usare un taxi o comunque un mezzo di trasporto a sue spese per andare e tornare dall’aeroporto.

A far scoppiare il caso è stato un accertamento della Guardia di finanza avvenuto, da quanto appreso, all’interno di un’altra inchiesta. Gli investigatori hanno controllato i report dell’autista del direttore dell’Inps e hanno scoperto che quasi ogni settimana andava all’aeroporto a prendere Lauria in arrivo da Roma, dove abita, e poi al venerdì lo riaccompagnava a Ronchi dei Legionari. Un privilegio illegittimo, sempre secondo l’accusa, che ha avuto un costo per lo Stato: i soldi per la benzina, il pedaggio dell’autostrada, i costi del personale che avrebbe potuto essere utilizzato in altri servizi.

L’avvocato difensore Giovanni Borgna, confermando l’«accesso della Guardia di finanza relativo ai documenti dell’auto in uso al direttore regionale», rigetta l’accusa: «Il direttore Lauria ritiene di aver sempre usato l’auto dell’ufficio secondo le regole e solo per ragioni connesse al lavoro. Ha fornito tutti i documenti richiesti dalla Guardia di finanza ed è in grado di spiegare in qualsiasi momento la situazione fornendo ogni spiegazione necessaria in tutte le sedi opportune».

L’utilizzo delle auto blu da parte dei funzionari dello Stato ha avuto da poche settimane un’ulteriore stretta in conseguenza delle misure, con rango di legge, approvate dalla commissione Affari costituzionali della Camera. Misure finalizzate a infliggere un nuovo colpo a uno degli status symbol dei palazzi del potere. Chi viola la legge rischia di cadere nel peculato d’uso punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni. Non solo: rischia anche di beccarsi una multa fino a diecimila euro se non rispetta il previsto monitoraggio sulle auto blu.

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