L’Authority non si scusa: Cosolini lascia il Comitato

Dopo il caso del comunicato uguale al testo di Parovel, il sindaco abbandona la riunione. Anche Fincantieri e Curia tra i richiedenti la concessione
Una veduta di Porto Vecchio
Una veduta di Porto Vecchio

Le porte chiuse (per la stampa) si aprono dopo circa mezz’ora. Il sindaco Roberto Cosolini è il primo a lasciare, non senza un evidente fastidio, la seduta del Comitato portuale. Quella che, ospitata ieri di nuovo al Magazzino 26 in Porto vecchio, arrivava dopo il caso del comunicato pubblicato sul sito istituzionale dell’Authority con testo identico a una nota dell’“ideologo” del Movimento Trieste Libera Paolo G. Parovel e seguiva inoltre alla notizia delle otto richieste di concessione per gli spazi dell’antico scalo.

Al sindaco non sono bastate le comunicazioni dell’Autorità portuale sui due temi di cui sopra, arrivate in apertura di seduta. Si è alzato e se n’è andato, scuro in volto. Davanti alla stampa, all’uscita del portone, ha esternato: «Da un lato - le sue parole - sul Porto vecchio l’Authority non ha fatto altro che ripetere il testo di un comunicato stampa diffuso ieri (lunedì, ndr) mentre ritengo che il Comitato portuale sia la sede in cui si dovrebbero presentare elementi valutativi e qualitativi. Nessuna informazione sugli otto richiedenti: credo che l’illustrazione dei progetti fosse il minimo...». E il comunicato con il testo di Parovel rimasto on line sul sito dell’Ap per tre giorni? «Nonostante le difficoltà nell’essere sereni, ho voluto esserci perché pensavo che nelle comunicazioni di presidente o segretario generale ci sarebbero stati dei chiarimenti, delle scuse - ha continuato Cosolini -. Invece, al di là della lettura anche qui del comunicato diffuso sulla questione, sono stati forniti numeri: 140 accessi al sito dell’Authority con quel testo in linea, a fronte della tiratura di 35mila copie della testata giornalistica. Sono stato pesantemente diffamato (il riferimento è allo scritto di Parovel finito appunto fra i comunicati dell’Autorità portuale in cui oltre a Cosolini sono stati attaccati la presidente della Regione, Debora Serracchiani, e l’ex primo cittadino, Roberto Dipiazza, ndr). Non ho sentito le parole che speravo di sentire da parte di chi è stato più o meno inconsapevolmente responsabile di quanto accaduto, pertanto ritengo non necessaria la mia presenza», la conclusione di Cosolini prima di lasciare Porto vecchio.

Una veduta di Porto Vecchio
Una veduta di Porto Vecchio

E per lo stesso primo cittadino - ma forse anche per gli altri componenti del Comitato presenti ieri (riunione non al gran completo, con fra le altre le assenze di Camera di commercio e Confindustria) - suonerà come una beffa sapere che i nomi degli otto richiedenti sono poi stati resi noti agli organi di informazione dal segretario generale dell’Ap Walter Sinigaglia e da Francesca Trampus, direttore sezione Demanio dell’ente, su indicazione della presidente Marina Monassi. Il tutto a vertice del Comitato concluso da alcuni minuti. Delle istanze di Camera di commercio e Provincia, la prima per i magazzini 27 e 28 e la seconda per il 19, già si era a conoscenza. Le altre - è stato ufficializzato ieri all’esterno dell’hangar numero 26 - sono state presentate da: Fincantieri (per il bacino del Molo 0 ed edifici antistanti dove sistemare un polo per la permanenza delle navi nel post-cantiere e prima della consegna), il consorzio capitanato dalle Officine Belletti, e poi ancora Greensisam (per il molo davanti ai magazzini già in concessione nell’area), Michael Hatzakis - vicepresidente di Minoan lines, la società di proprietà della Grimaldi che si occupa dei traghetti greci che partono dall’ormeggio 57 alla radice del Molo Settimo -, interessato a un tratto nei pressi del Molo III, la Curia di Trieste che vorrebbe trasformare la torre di compensazione (dalla parte opposta dell’area rispetto alla Centrale idrodinamica) in una chiesetta, e infine l’architetto Barbara Fornasir, che ha partecipato al bando per una palazzina dove poter organizzare uno studio di architettura. Queste le informazioni fornite sin qui dall’Authority, evidentemente non ancora del tutto complete perché l’esame dei vari faldoni da parte degli uffici dev’essere ultimato. Tali richieste «coprono più del 50% degli spazi disponibili, in metri quadrati», hanno ribadito una volta di più i referenti dell’Ap. Ricordando inoltre che i lotti non già oggetto di domanda di concessione possono essere richiesti da chi è interessato.

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