L'Austria sospende le richieste d'asilo
TRIESTE. Paese che vai, emergenza profughi che trovi. In Austria non è minore che in Italia, solo che fa meno clamore, perché i migranti qui arrivano via terra e non possono annegare. Ma sono tanti anche qui, al punto da indurre la ministra degli Interni Johanna Mikl-Leitner a prendere un provvedimento che a noi sembrerà paradossale, perché è il contrario di ciò che si tenta di fare in Italia: rallentare i procedimenti di accertamento dei requisiti di rifugiati politici o per ragioni umanitarie, che sono la condizione per poter ottenere il permesso di soggiorno.
La disposizione è stata annunciata l’altro ieri e apparentemente è indirizzata alle commissioni di valutazione dei cosiddetti “Asylanten” (cioè migranti richiedenti asilo), mentre in realtà la ministra vuol far giungere il messaggio ai partner europei, in vista della riunione dei ministri degli Interni dell’Ue, che si terrà la prossima settimana. Il senso è questo: l’Austria da qualche tempo ha modificato le procedure per la concessione dell’asilo politico. Lo ha fatto per evitare che migliaia di stranieri bivaccassero per mesi in centri di accoglienza, senza poter svolgere alcuna attività lavorativa, in attesa di conoscere il loro destino.
Ora tutta l’operazione avviene in tempi molto più rapidi, tanto che per definirla è stata coniata una nuova parola: “Asylexpress”, che è una contrazione di “Asylanten” ed “Express”. Il risultato, tuttavia, si è rivelato un boomerang per l’Austria. Stando alle parole della ministra, l’efficienza e la celerità amministrativa hanno fatto sì che il Paese diventasse una delle mete preferite per gli stranieri.
Si è sparsa la voce e – per usare le parole di Mikl-Leitner – l’Austria è diventata lo “lo Zielland Nummer 1 in der Eu” (“il Paese di destinazione numero 1 nell’Ue”), uno degli Stati europei che sta accogliendo il maggior numero di stranieri, in rapporto alla popolazione residente. Il confronto con l’Italia, a questo punto, diventa molto difficile, perché i dati a disposizione non sono omogenei. L’impressione, inoltre, è che ognuno – noi e gli austriaci – guardi in casa propria, senza ben sapere che cosa accade nel Paese confinante. Così, per esempio, il problema degli stranieri che attraversano l’Austria per poi fare ingresso clandestino in Italia dal valico di Tarvisio è qui completamente ignorato.
E, se si rivolgono domande in proposito alla Polizia, la reazione è di stupore. Risulta incomprensibile che degli stranieri vogliano entrare in Italia dall’Austria, mentre contemporaneamente vi sono centinaia di altri stranieri al Brennero che tentano di uscirne. La ministra Mikl-Leitner vuole che del problema si discuta nella riunione dell’Ue della prossima settimana, perché anche gli altri Paesi dell’Europa si facciano carico, secondo le quote che erano state proposte, dei migranti che ora sarebbero presenti in sovrannumero in Austria.
E nel frattempo la direttiva impartita alle commissioni per i rifugiati è categorica: accogliere tutte le richieste di asilo, ma, a differenza di quel che avveniva finora, metterle nel cassetto senza prenderle in esame, lasciando così che i richiedenti rimangano in attesa in eterno. Individuare invece subito chi sicuramente non ha i requisiti di rifugiato, per riaccompagnarlo immediatamente al suo Paese di provenienza. La disposizione dovrebbe valere per le nuove richieste, non per quelle già all’esame delle commissioni.
Nel frattempo si va completando la creazione in tutti i nove Länder austriaci di centri di accoglienza. Sarebbero dovuti essere pronti tutti entro il 1. luglio, mentre ce la faranno soltanto Vienna, Salisburgo e Innsbruck. Sono strutture che dovranno servire soltanto per brevi soggiorni, prima che i migranti siano ricollocati in piccoli gruppi in tutti i comuni.
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