L’Austria fa scattare il divieto di burqa
Dal primo ottobre entra in vigore in Austria il divieto di burqa. Le donne musulmane non potranno più uscire di casa col volto coperto. Il divieto si estende a tutti i luoghi pubblici e ogni violazione sarà sanzionata con una multa di 150 euro. La legge, approvata l’8 giugno scorso, non menziona esplicitamente il burqa o il niqab e in nessun articolo si fa riferimento al velo imposto dalla tradizione islamica. Si è voluto evitare così che il provvedimento potesse apparire discriminatorio nei confronti di una religione. Ma è evidente che l’obiettivo è proprio questo, tant’è vero che in un volantino di informazione, distribuito in migliaia di copie, l’immagine rappresentata a scopo esemplificativo è proprio quella di una donna con il volto coperto. Il testo è in quattro lingue: quelle turca e araba, oltre che naturalmente in tedesco e inglese. Il divieto è espresso con un linguaggio “neutrale” dal punto di vista religioso. «I tratti del viso – vi si legge – non possono essere velati o nascosti con indumenti o altri oggetti, in modo da non essere più riconoscibili». Insomma, si lascia intendere, la norma mette al bando non soltanto il velo islamico, ma anche i caschi integrali dei motociclisti, i passamontagna e qualsiasi mascheramento del volto, a meno che le circostanze non ne giustifichino l’uso.
Nel volantino si fa presente, poi, che la copertura del volto andrà immediatamente rimossa. Nel caso non sia possibile accertare l’identità della persona e questa si rifiuti di togliere il velo o sia recidiva nell’indossarlo, è previsto che possa essere portata in una stazione di polizia. In difesa delle donne islamiche austriache si è schierato Rachid Nekkaz, uomo d’affari e attivista politico nato in Francia da genitori algerini.
Con il suo movimento “Non toccate la mia Costituzione” si è detto pronto a pagare di tasca sua tutte le multe che saranno inflitte alle donne che non osserveranno il divieto. Nekkaz, che personalmente non è a favore del velo, intende in questo modo difendere la libertà di religione. Ha già speso 300.000 euro per multe erogate per la stessa ragione in Francia, Belgio e Olanda. In Austria, però, dovrà vedersela con il ministro per l’integrazione Sebastian Kurz, che vede nella provocazione di Nekkaz una istigazione a delinquere, «di cui – ha detto – dovrà pagare le conseguenze». Da rilevare peraltro che in Austria donne con il volto completamente coperto quasi non se ne vedono. Abbiamo passato una mattinata nel Brunnemarkt di Vienna, affollato di bancarelle di ambulanti turchi e siriani. Abbiamo incontrato molte donne con il chador, ma nessuna con burqa o niqab. Le uniche donne completamente velate le abbiamo intraviste nelle boutique e nelle gioiellerie del Graben e del Goldenes Quartier, nel cuore di Vienna. Erano quelle dell’Arabia Saudita o del Qatar, impegnate nello shopping di lusso. Forse per queste la polizia chiuderà un occhio, dato il loro contributo alla crescita del Pil austriaco...
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