L’Austria: «Entro il 2018 il doppio passaporto»

ROMA. Entro il 2018, 330mila altoatesini di lingua tedesca, i sudtirolesi, e con loro 21mila ladini, potrebbero avere in tasca anche il passaporto austriaco ed ottenere così la doppia cittadinanza. Questo almeno è ciò che promette il governo appena insediato del cancelliere trentunenne Sebastian Kurz capo di una coalizione di cui fa parte il partito di ultradestra (Fpoe) guidato da Heinz-Christian Strache.
«I sudtirolesi potranno richiedere la cittadinanza austriaca già nel 2018, al più tardi all’inizio del 2019», ha annunciato ieri a Bolzano il deputato austriaco Werner Neubauer, responsabile per Fpoe dei rapporti con l’Alto Adige. Non solo. Mentre in Italia divampa la polemica, Vienna ha annunciato che sarà un’apposita commissione a stabilire chi avrà effettivamente diritto alla doppia cittadinanza con tutti i suoi diritti, come il voto, e doveri. Immediata la reazione del segretario del Pd altoatesino Alessandro Huber: «Le notizie innescate dal nuovo governo austriaco partono da un presupposto errato: che si possa pensare a cittadini italiani di serie A e di serie B, sulla base di una presunta “linea di sangue” che ci ricorda pericolosi spettri del passato. Questo non è lo spirito europeo ed euroregionale che in questi anni il Pd e l’Italia stanno costruendo con importanti progetti di cooperazione transfrontaliera, Euregio su tutti».
E oggi Sebastian Kurz sarà a Bruxelles per rassicurare i leader dell’Unione europea, dopo il giuramento del suo governo di cui fa parte l’ultradestra del partito della Libertà. Incontrerà il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Domani il cancelliere vedrà il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. E per rassicurare la Ue Kurz, che prima ricopriva proprio la carica di ministro degli Esteri ha tenuto per se le competenze sulle Politiche europee: non sono state assegnate alla ministra degli Esteri Karin Kneissl scelta proprio dall’Fpoe.
La questione della doppia cittadinanza è in discussione da tempo. In Alto Adige i madrelingua tedeschi e ladini non sono una minoranza, assieme arrivano al 75%, il tema spiegano gli analisti, rischia di aumentare le divisioni nella società altoatesina.
I partiti di lingua tedesca a cominciare dalla Sudtiroler Volkspartei hanno salutato con un certo entusiasmo la svolta di Vienna. Il governatore altoaesino Arno Kompatscher ha inviato una lettera al cancelliere Kurz dicendosi convinto che «i rapporti non solo tra Vienna e Bolzano , ma tra Vienna e Roma, verranno ulterirormente rafforzati». Più cauto il governo italiano. «Una discussione da affrontare con grande delicatezza», ha commentato il ministro degli Esteri, Alfano «ne riparleremo, nei termini che sono assolutamente più coerenti con la nostra storia».
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