Laureni: la consulenza a Rosato non l’ho condivisa
«So cosa vuol dire discutere con gli abitanti di Santa Croce e di Bagnoli della Rosandra di progetti di discariche e di stoccaggi provvisori di manufatti in cemento-amianto. Parlare con la gente non è affatto semplice, può essere spiacevole...». Umberto Laureni , nato il 6 luglio 1946 a Trieste, ingegnere chimico, docente universitario, è da sempre un convinto assertore del confronto diretto. A viso aperto. Tanto più ora che è assessore all’Ambiente, Energia, Riqualificazione Ambientale dei siti inquinati, Agricoltura e Pesca per conto di Sel di cui però non ha la tessera. «Mai avuto tessere di partito».
«Sicuramente non lo faccio per prestigio e neppure perché ambizioni politiche. Ma solo per chi ha fiducia in me...»
È vero, confermo. Ho difficoltà a resistere a uno che mi fa capire che potrei essere utile.
Ha scelto il confronto totale con la città anche sui temi più spinosi. Non deve essere facile.
Non è facile ma tengo duro. Credo che la gente apprezzi la scelta di spiegare tutto e non nascondere nulla.
«Il progetto più importante è sicuramente far sì che questa città abbia un progetto. Ovvero sappia cosa vuole fare da grande...»
Uso questa frase molto spesso. Credo che questa città non possa pensare di avere tutto e il contrario di tutto. Non può essere polo energetico e porto turistico commerciale allo stesso tempo.
Si è dichiarato sorpreso per l’estrema povertà nel quale la precedente amministrazione ha relegato l’ufficio Ambiente...
L’ufficio Ambiente, in termine di personale, conta 12 persone su 2600 del Comune. Produciamo molto carta.
Dopo il suo arrivo è cambiato qualcosa?
Ho cercato di motivare le persone. E ho assunto con contratto a termine un ingegnere che si occupa di risparmio energetico. E sto preparando un progetto complessivo per l’ambiente.
«C’è un isolamento fortissimo di Trieste. La Regione e lo Stato devono credere in più in questa città...»
Lo confermo. In questo isolamento gioca un forte ruolo la tendenza dei triestini a farsi male da soli...
Degli inguaribili masochisti...
Non facciamo sistema. Udine riesce a farlo, Trieste no.
C’è ancora posto per la Ferriera di Servola nel futuro di Trieste?
Per questa Ferriera no.
Ha scritto Adriano Sofri: «La differenza tra Taranto e Trieste sta nelle dimensioni: non delle città, che si somigliano e si assottigliano allo stesso modo precipitoso, ma delle fabbriche. L'Ilva ha 12 mila dipendenti, la Ferriera 450. E poi la magistratura: a Taranto ha preso in mano il destino cittadino, a Trieste no». Condivide questa lettura?
La scelta dei magistrati di Taranto di sequestrare l’impianto è stata una scelta coraggiosa, ma ha creato anche delle tensioni fortissime.
Sempre Sofri: «La Ferriera sta addosso a Trieste quanto e più dell'Ilva ai Tamburi tarantini. È difficile capacitarsi di una città piena d'intelligenza e di competenze che abbia lasciato correre per tanto tempo, quando non abbia screditato chi denunciava».
Accetto questa critica. Se siamo arrivati a questa situazione è giusto che la magistratura faccia una verifica a 360 gradi sulle responsabilità. Non guardando in faccia nessuno. E soprattutto non considerando i controllori pubblici persone che possono restare al di fuori dalla mischia.
Qualche mese fa in Commissione ha fatto autocritica: «Abbiamo perso un anno di tempo. Potevamo fare qualcosa di più e non l’abbiamo fatto. Abbiamo sottovalutato la gravità del problema. Il Comune non ha una strategia industriale per la città»...
La crisi della Ferriera è piombata con grande rapidità. Ormai rotola verso una fine prossima (sicuramente prima del 2015). Io ho fatto una riflessione ad alta voce che era in primo luogo una forte autocritica. Tutti dobbiamo metterci in discussione. Non era né acida e neppure non dovuta. Ho forse sbagliato i tempi e la sede.
Il sindaco non ha apprezzato la sua autocritica costruttiva: «Non abbiamo sottovalutato un bel niente...».
Ribadisco: ho sbagliato il posto e il modo. Non i contenuti.
Nell’autocritica è più marxista-leninista del sindaco...
Insisto: non era il posto e non era il modo.
A proposito della consulenza affidata all’ex direttore della Ferriera, indagato, Francesco Rosato cognato del segretario del Pd Francesco Russo. La ritiene opportuna?
La scelta di una persona esterna è giusta. Con Rosato si sono sbagliati i modi e i tempi. Io, per esempio, l’ho appreso dai media. Per questo, piuttosto che fare iniziative personali, ho chiesto a Sel di farsene carico come problema politico. E così è stato fatto. Non volevo rimanesse una cosa tra me e il sindaco.
Non ha condiviso il modo in cui è stato nominato Rosato?
No.
Non era stato informato di questa scelta?
No. Nel modo più assoluto.
Ha pensato di dimettersi?
Ho preferito avviare un chiarimento politico, anche se molti miei amici dopo la notizia della nomina di Rosato non mi rivolgono più la parola.
«Con Laureni mi sono chiarito, ho dovuto farlo per salvaguardare un clima di squadra che si basa sulla solidità del rapporto umano», ha dichiarato il sindaco. Tutto chiarito?
Il chiarimento c’è stato e ha fatto bene alla giunta.
Il rigassificatore: pericolo scongiurato?
Direi proprio di no. Gas Natural farà di tutto per resistere. Io credo però che se saranno confermati i dati di traffico portuale forniti dall’Authority, Porto e rigassificatore sono assolutamente incompatibili. Il ministero dell’Ambiente ne dovrà prendere atto.
E la centrale a biomassa di Opicina?
La procedura è in corso, ma il progetto mi fa un po’ ridere. Visto che parliamo tanto di chilometro zero, come si può pensare di produrre energia con l’olio di palma proveniente dal Centro Africa?
La raccolta differenziata a Trieste. Il “cambio culturale” che lei aveva promesso non c’è stato.
Il problema culturale resta. Io ormai sono diventato come un barbone: guardo dentro tutti i cassonetti e vedo spesso cose non giustificabili.
Omero ha detto che forse tra due anni raggiungeremo il 45%. Lei aveva scommesso sul 65% (la quota europea) entro il 2012?
Purtroppo ogni tanto perdo qualche scommessa. D’ora in poi non mi azzarderò più a fare previsioni così ottimistiche.
Che dire allora?
Questa non è una città che si comporta male sui rifiuti. Faccio una domanda: è più virtuosa Trieste che, con il suo inceneritore e la sua raccolta differenziata al di sotto del 30%, non porta fuori provincia neanche un grammo di rifiuti, o Udine che esporta i suoi rifiuti nell’Est Europa?
Viva l’inceneritore allora. L’ex sindaco Dipiazza aveva ragione?
La nostra non cultura di cittadini nella raccolta differenziata deriva sicuramente dal fatto che siamo stati abituati che intanto si brucia tutto. È una mentalità difficile da sradicare. Certo, bisogna verificare altre modalità di raccolta: spingere di più per l’umido e valutare la possibilità del porta a porta. Sono cose però che non si fanno da un giorno all’altro. E, finché avrò un inceneritore che funziona, al di là delle sanzioni europee, trovo la situazione attuale accettabile.
Trieste, nonostante la bora, è la maglia nera per le polveri sottili: nel 2012 ben 46 sforamenti. L’allarme è del Wwf...
È la dimostrazione che il nostro sistema di rilevamento funziona bene. Ci sarà una novità. Le do un’anticipazione...
Dica...
A breve ci saranno i nuovi piani di azione comunale sull’inquinamento urbano che daranno delle risposte più preventive sull’inquinamento da polveri sottili.
Lei sostiene che serve a poco chiudere al traffico dopo gli sforarmenti...
Esatto. Serve a poco o nulla.
Meglio sarebbero delle chiusure preventive affidandosi al meteo?
È quello che faremo. Chiudere al traffico preventivamente in base alle previsioni meteorologiche. Una cosa rivoluzionaria.
«A dire la verità non ricordo episodi divertenti da assessore. Non c’è nulla che mi abbia fatto ridere...».
Lo considero un lavoro. Molto appassionante, ma non da riderci sopra.
L’assessore Dapretto invece ricorda una serata in cui lei si è esibito in canti con i colleghi Edera e Consoli...
Devo dire una cosa: Edera e Consoli sono completamente stonati.
Va ancora per funghi?
Sì. Mi piace. Sono un grande micologo.
(Laureni non ride mai, neppure alle sue battute, non ha pause di riflessione, risponde sempre puntale con lo stesso tono di voce. Un vero tecnico)
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