L’aumento inarrestabile dei giovani senza lavoro
TRIESTE. Il tasso di disoccupazione diminuisce, ma il Friuli Venezia Giulia non è terra per giovani. Se i dati contenuti nel report dell'Agenzia regionale per il lavoro segnalano l'avvio di una ripresa dei livelli d'occupazione, i beneficiari dell'incremento sono gli over cinquanta. Nel 2015 i lavoratori della fascia compresa fra i 55 e i 64 anni sono infatti aumentati dell'11,6%: 8mila in più rispetto al 2014. Vi si aggiunge il +1% riscontrabile fra i 160mila occupati 45-54enni. I giovani restano però al palo, tanto che tutti i gruppi d'età inferiore seguono trend improntati ad un ulteriore ribasso: -8,2% fra i 15-24enni, -1,6% fra i 25-34enni e -3,2% fra i 35-44enni.
Ai valori quantitativi, si aggiungono le considerazioni sulla qualità del lavoro, davanti all'ormai nota esplosione dei pagamenti in voucher fra gli under 29. I buoni lavoro si sostituiscono spesso a forme contrattuali che sarebbero più vantaggiose sotto il profilo del reddito, dei contributi pensionistici e delle tutele sociali: secondo l'assessore al Lavoro, Loredana Panariti, «i voucher devono allora tornare a essere lo strumento pensato per far emergere il lavoro nero e non certo sostituirsi al salario. Il governo deve vigilare sul loro utilizzo». L'assessore si sofferma pure sull'incremento occupazionale fra i più anziani: «L'effetto è dovuto alle politiche nazionali e agli incentivi regionali alle aziende che assumono over 55 e donne, garantendo il reingresso nel sistema a chi si trova senza lavoro in tarda età».
Guardando ai numeri complessivi, il direttore centrale dell'area Lavoro della Regione, Nicola Manfren, invita comunque a un cauto ottimismo: «Fino a qualche tempo fa si commentavano dati in rosso, ma da fine 2015 la tendenza mostra segnali positivi che ispirano fiducia». Il riferimento è soprattutto al tasso di disoccupazione aggiornato al primo trimestre 2016: «Le cifre mostrano una discesa al 7,1%, con una sensibile diminuzione di 1,7 punti percentuali rispetto all'8,8% del marzo 2015, quando i disoccupati erano 47mila. Nel primo trimestre gli occupati crescono di 5mila unità, portandosi a 38mila: erano 43mila alla fine dell'anno scorso. L'occupazione femminile - continua Manfren - segna inoltre un +2,2%, in controtendenza con i dati nazionali e con livelli migliori rispetto al Nordest. Il saldo fra assunzioni e posizioni cessate resta inoltre positivo in tutte le province».
Panariti si sofferma proprio sull'azzeramento del saldo, dovuto ai 15mila ingressi in più nel mercato del lavoro verificatisi l'anno scorso rispetto al 2014: «Pur nella lentezza che continua a contraddistinguere il momento, si arresta la rarefazione del lavoro di questi anni: un consolidamento che la Regione cerca di sostenere con le proprie misure in connessione con quelle nazionali».
L'Agenzia del lavoro attribuisce il miglioramento a un quadro economico nazionale in lieve progresso, grazie alla decontribuzione dei contratti a tempo indeterminato e alla modifica della normativa sui licenziamenti individuali previste dal Jobs Act: il provvedimento ha dato certezza ai costi del lavoro per le imprese, incentivandole a nuove assunzioni. I valori italiani, che segnano nel 2015 una crescita dell'occupazione dello 0,6%, restano tuttavia al di sotto della media Ue, così come l'incremento del Pil, pari esattamente alla metà dell'1,6% europeo.
Non consola da questo punto di vista la vita stagnante dell'imprenditoria regionale. Nel 2015 vengono segnalate solo 5.706 iscrizioni di nuove imprese: è il dato più basso di sempre, figlio della sequenza di saldi negativi fra aperture e chiusure negli anni della crisi, con le imprese attive ridottesi di oltre 7mila unità dal 2009 a oggi.
L'anno appena trascorso segna però quantomeno una forte contrazione dell'emorragia: il saldo di -272 è infatti significativamente più basso del -1.083 nel 2014.
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