L’aula sbarra la strada all’ipotesi del baratto tra Comune e cittadini
Il baratto amministrativo si incaglia in Consiglio comunale. La delibera di iniziativa consigliare proposta dal Movimento 5 Stelle, pur con il voto favorevole del centrosinistra, è stata respinta dalla maggioranza ieri sera in aula. Il testo proponeva di istituire un regolamento che consente ai cittadini, se al di sotto di una soglia Isee, di pagare i tributi prestando servizie di volontariato a servizio del Comune. A introdurre il testo è stato il consigliere M5S Domenico Basso, firmatario assieme ad Alessandro Imbriani: «La proposta vuole inserire un'innovazione, normando e istituzionalizzando la collaborazione tra cittadini e Comune - ha detto Basso -. L'idea è barattare il pagamento di alcune imposte comunali con l'esecuzione di alcune prestazioni. Ciò permetterebbe di aiutare soggetti in difficoltà economica di alleggerire la propria situazione tributaria. Si tradurrebbe in un recupero del tessuto urbano, riqualificazione del territorio, di edifici e strade».
Il consigliere della Lista Dipiazza Roberto Cason ha esposto le sue perplessità, dicendo che alla prova pratica si incontrerebbero problemi tecnici e rilevando che il testo era «un copia incolla» da misure adottate altrove. Gli ha risposto il capogruppo M5S Paolo Menis: «Se c'è la volontà politica di portare avanti questo strumento, lo decidiamo noi qui. La norma è stata approvata dagli uffici, con i quali è stata realizzata». Il consigliere democratico Giovanni Barbo si è detto a favore della proposta, così come Maria Teresa Bassa Poropat di Insieme per Trieste: «Penso sia una misura di cui tutti condividiamo lo spirito di fondo».
La capogruppo dem Fabiana Martini ha dichiarato: «È una proposta innovativa, già sperimentata in altri Comuni. Creerebbe un valore aggiunto attraverso l'attività dei cittadini: potremmo definirlo un capitale sociale, prodotto dalla volontà del triestino di prendersi cura dei beni comuni. Porterebbe miglioramenti in termini di legame sociale, ricostruzione della coesione della comunità, e quindi fiducia reciproca». Favorevole anche il socialista-verde Roberto De Gioia: «Finalmente discutiamo una mozione. In tempi difficili come questi per i cittadini, mi meraviglio che ci siano dei tentennamenti».
Cason ha poi ripreso la parola sfoderando un'inattesa critica: «Limitare il baratto a chi sta sotto una certa linea Isee è restrittivo e discriminatorio». Per il consigliere della Lista Dipiazza «la misura dovrebbe essere rivolta a tutti, indifferentemente dall'Isee».
Gli ha fatto eco l'esponente dei Fratelli d'Italia Salvatore Porro: «È un’idea fortemente discriminatoria e viola l'articolo 3 della Costituzione. Così facciamo cittadini di serie A e cittadini di serie B». I cittadini di serie B, secondo Porro, finirebbero per essere quelli che, pur avendo il denaro per pagare le tasse, vorrebbero “barattare” ma si troverebbero la strada sbarrata dal provvedimento «discriminatorio». Il ragionamento ha suscitato più di qualche perplessità nei banchi dell'opposizione. Il capogruppo Fi Piero Camber ha chiesto di «fermare la mozione» per ripensare il meccanismo. E dopo una lunga discussione la mozione è stata bocciata dal voto negativo del centrodestra.
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