L’aula “in scadenza” dice no alle quote rosa
TRIESTE. Niente da fare, nemmeno stavolta. Il Consiglio regionale, che conta appena tre donne in aula, ha detto no alle quote rosa. L’aula ha respinto un emendamento del Pd, inserito nella legge “omnibus”, che avrebbe introdotto la doppia preferenza di genere già a partire dalle elezioni di aprile. Si trattava, in realtà, di recepire un provvedimento nazionale che mira a favorire la parità di rappresentanza. E dire che l’accordo, con la maggioranza, sembrava cosa fatta. È stato Antonio Pedicini, esponente del Pdl, ad opporsi condizionando il voto dell’intero gruppo. Che “per quieto vivere” avrebbe accettato. Solo l’opposizione ha votato a favore dell’emendamento.
Annamaria Menosso, consigliere del Pd e prima firmataria del provvedimento, è su tutte le furie: «È un maschilismo imperante – commenta – poteva essere un’occasione per dare un segnale importante per le partecipazione delle donne alla politica. La presenza femminile deve essere valorizzata». Così la presidente della Commissione Pari opportunità, Santina Zannier. «Vedo in Pedicini tratti di maschilismo – accusa – mentre la politica dovrebbe rappresentare tutti. Questa della preferenza di genere era soltanto una possibilità in più che veniva data all’elettore».
Approvata, invece, la legge omnibus. Con questo atto il Consiglio ha concluso la X legislatura. La norma contiene una serie di provvedimenti che adeguano le norme regionali in vari settori. I voti a favore sono stati 24 (maggioranza di centrodestra), 11 gli astenuti, 1 solo contrario: il capogruppo dell’Idv Alessandro Corazza.
Tra le misure più rilevanti l’assegnazione, da parte della giunta, di ulteriori 25 milioni di euro agli enti locali da sommare ai 90 milioni già ripartiti in Finanziaria. La somma sarà destinata «con deliberazione dell’esecutivo, successivamente all’esito dell’accordo Stato-Regione e, comunque, nel rispetto dell’equilibrio e dei vincoli del Patto di stabilità regionale», puntualizza l’emendamento. Con un’altra norma la maggioranza ha creato un fondo di 500 mila euro su Mediocredito che consentirà di anticipare alle imprese i pagamenti dovuti dai Comuni, messi in difficoltà proprio a causa delle misure introdotte dal Patto di stabilità.
Approvato all’unanimità, inoltre, il provvedimento del centrodestra che sospende i finanziamenti ai gruppi fino alla prossima legislatura. L’iniziativa, proposta da Tondo e Lega (che in aula proponeva una norma, poi ritirata, per la riduzione del 90% dei fondi riservando la parte rimanente del 10% per il personale), è stata presa in seguito all’inchiesta giudiziaria sulle spese di rappresentanza. Il capogruppo del Pd ha stigmatizzato l’assenza in aula del governatore: «Per giorni abbiamo letto sui giornali che Tondo avrebbe messo la scure sui fondi ai gruppi. Ma ora non è presente in aula per votare il provvedimento».
Via libera, inoltre, a un emendamento di Alessia Rosolen (Un’Altra Regione) che consentirà al Comune di Trieste di far assumere il personale precario dei servizi educativi che operano negli asili nido e nelle scuole d’infanzia. In tema di assunzioni il Consiglio ieri ha votato anche una norma della maggioranza, appoggiata dall’opposizione, che crea una sorta di corsia preferenziale per i precari regionali: per i concorsi pubblici in Regione l’emendamento permette di riservare il 25% dei posti al personale assunto a tempo determinato da almeno tre anni. Approvato, infine, l’emendamento del consigliere Alessandro Colautti (Pdl) che assegna 2 milioni e 224 mila euro al Fondo Sociale Europeo. «Si tratta – ha osservato l’assessore al Lavoro Angela Brandi – di un importante strumento per l’occupazione, in quanto strategico per il rafforzamento delle competenze delle risorse umane, soprattutto in considerazione dell’importanza che tutte queste attività hanno in funzione anticrisi». La programmazione 2007-2013 del Fondo disponeva inizialmente di 316 milioni di euro, che la Regione ha impegnato per fronteggiare gli effetti della crisi a favore dei lavoratori. Infine un emendamento della giunta, presentato dall’assessore alle Infrastrutture Riccardo Riccardi, ha prorogato la scadenza delle concessioni dei beni del demanio marittimo statale e regionale al 31 dicembre 2020.
(g.s.)
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