L’astrofisica “derubata” della voce: «Roba da denuncia, Onida un po’ grullo»
TRIESTE. «È da denuncia. Non si può spacciarsi per un altro». Margherita Hack è suo malgrado la star del giorno. Dalla sua casa di via del Pratello a Trieste, l’astrofisica, minata dall’influenza, risponde seria alla quarta telefonata di fila sulla burla della Zanzara al costituzionalista Valerio Onida, presidente emerito della Consulta. «Sicuramente è da denuncia» ripete seria, ma poi sorride di gusto nonostante l’influenza che, a 90 anni, l’ha costringe a muoversi a “scartamento ridotto” (parole sue). Sotto sotto non pensa proprio a denunciare («Non ho nessuna voglia di rompermi le scatole con le denunce») Andro Merkù, l’imitatore triestino che, pur essendo un uomo, fa la Hack meglio della Hack stessa. L’imitazione perfetta e certificata. «Merkù lo conosco. Mi fa sempre l’imitazione in bicicletta. Stavolta l’ha fatta meglio del solito. Quasi ci cascavo anch’io» racconta guardata a vista da Puffi, l’enorme gatto nero, uno degli otto che vive con lei.
E Onida? Il presidente emerito della Corte costituzionale elevato al rango di “saggio” dal Quirinale? «Non lo conosco. Non l’ho mai visto in vita mia. Sarà anche saggio ma mi sembra un po’ grullo. Come ha fatto a cascarci? Perché mai avrei dovuto telefonargli?» scherza divertita Margherita. «Veramente uno scherzo da prete». Ma lei, l’astrofisica con la passione della politica, cosa pensa delle due commissioni dei saggi messi assieme dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? «Il fatto che non ci siano donne la dice tutta. Potrebbero essere utili, serve una mano da parte di teste brillanti in questo momento di impasse, al posto di Napolitano forse l’avrei create anch’io». Il problema però è un altro: «Viviamo nel Paese dei clown. Il comico genovese è più grullo che Grillo. Altro che cambiamento. Il Movimento 5 Stelle poteva fare un governo, dio bono, con il Pd. Un governo balneare con tre obiettivi comuni prima di tornare alle elezioni: legge elettorale, conflitto d’interessi e riduzione degli scandalosi costi della politica. Sarebbe necessario che Pd e i Cinque Stelle si assumessero questa responsabilità; serve trovare lavoro ai giovani, serve che gli enti paghino le imprese, bisogna far ripartire l’economia».
E vedrebbe bene una donna al Quirinale al posto di Napolitano? «Sarebbe ora» dice l’astrofisica. E i nomi? «Emma Bonino, Anna Finocchiaro e Laura Boldrini». E dovendo scegliere? «L’attuale presidente della Camera. Nel suo discorso di insediamento la Boldrini mi ha ricordato Piero Calamandrei». Una buona stella.
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