L'assessore Telesca: «Più fondi e meno letti per salvare il Burlo»

L’esponente della giunta regionale detta le linee di rilancio in consiglio comunale. Sindacati in piazza. Lunedì il voto sulla mozione
Un'immagine del Burlo
Un'immagine del Burlo

Un’iniezione di risorse, ma un’amputazione di posti letto. L’assessore Maria Sandra Telesca ha in mano la ricetta per il malato Burlo. Il destino dell’istituto, in attesa del passaggio a Cattinara, faccenda da consegnare ai posteri par di capire dall’aria che tira, è più o meno questo. C’era una certa aspettativa, ieri, per la seduta del Consiglio comunale dedicata all’ospedale, chiesta a gran voce dalle forze politiche dopo l’inchiesta del giornale. Invitata d’eccezione l’assessore.

La mozione bipartisan di “impegno” alla Regione per il futuro dell’Irccs, vista la delicatezza della materia, sarà votata il prossimo lunedì. Ma Telesca, nei difficili giorni di scelta sul futuro direttore generale – «abbiamo esaminato molti profili, la nomina è imminente» – ha già in mente come andare avanti. «Il Burlo va nella direzione di una parziale riduzione di posti letto», dice a un certo punto. Stesso schema applicato agli altri ospedali del Fvg previsto dalla riforma che, come noto, punta a valorizzare la parte territoriale. Un taglio motivato «non dalla mancanza di risorse, ma per trattare le patologie in modo più corretto».

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Anche se «sollecitare più fondi per garantire l’eccellenza è una contraddizione». Più soldi però arriveranno, promette l’esponente della giunta Serracchiani: per gli investimenti, ora a zero a bilancio, da collocare nella programmazione regionale in fase di assestamento estivo. Nessuna precisazione, tuttavia, sul quantum: quanti letti in meno? E quanti soldi in più? Alessia Rosolen di Un’Altra Trieste incalza, invano.

Da fuori si levano i fischi e le proteste dei sindacati che, sul Burlo, si aspettano certezze immediate. Rossana Giacaz della Cgil, a nome anche di Uil, Cisl, Fials e Rsu, è invitata a salire per portare la sua riflessione. «Dentro la riforma il Burlo ha solo un ruolo ancillare», accusa. «Il passaggio al Burlo, nella migliore delle ipotesi, avverrà nel 2023, ma nel frattempo si investirà? Ricordo che l’ospedale ha un sotto finanziamento di 4,5 milioni». Segue la ridda di interventi: da Grilli (Misto) che esorta rassicurazioni sul futuro, passando per il M5S Patuanelli che non riesce a trovare tracce del Burlo nella riforma. E Bandelli di Un’Altra Trieste preoccupato della piega “friulano-centrica” che starebbe prendendo la sanità regionale.

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A Giacomelli (FdI) piacerebbe ragionare su numeri, progetti e soldi, mentre il forzista Bertoli se la prende con «la campagna di stampa che non ha fatto bene all’ospedale». Andolina, dai banchi della sinistra, recita il de profundis: «Ciò che è perduto, è perduto per sempre…», sillaba. Giorgi, neo-capogruppo pideillino, spara a zero, anche lui, sulla riforma Serracchiani. E così via, con gli attacchi del berlusconiano Camber che avrebbe gradito un nuovo direttore generale subito. Nessuno, insomma, si schiera con il Burlo. Una timida difesa si scorge nelle parole della Pd Lepore: «È un centro di eccellenza, ma non lo si lasci decadere», dice in sostanza.

Rosolen, ancora, vorrebbe sapere qualcosa sulle specializzazioni su cui la Regione intende puntare per la ricerca, ma non riceverà risposte. Telesca, che annota uno a uno gli interventi dei consiglieri, si limita a ricordare che l’istituto si è visto confermare dal ministero il ruolo di Irccs, ma non entra nel merito della fuga di medici. Si sofferma invece sul calo di prestazioni: «Vuol dire, anche, che ci sono meno bambini e che stanno meglio».

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Un neonato in una foto d'archivio

Il pubblico rumoreggia: «Eh?», dice qualcuno. È Grazia Di Leo, dirigente medico a Gastroenterologia e nutrizione clinica. «Una risposta del genere significa confondere l’Irccs con un ospedale che si occupa di patologie banali, che effettivamente sono in diminuzione – spiega – ma noi curiamo malattie complesse e invalidanti, che sono aumentate così come il carico assistenziale. Non sapere questo significa non sapere cosa fa il Burlo».

Un rilievo che parte dal fondo dell'aula e che non raggiungerà l’orecchio dell’assessore, che però chiude con una rassicurazione. «Al nuovo direttore daremo un mandato chiaro: il mantenimento del ruolo regionale e il rilancio dell’attività di specializzazione per sviluppare la ricerca». E, ancora, sull’aumento di risorse: «Ma prima di assegnarle dobbiamo chiederci cosa vogliamo fare per il futuro dell’istituto».

Spetta al sindaco Roberto Cosolini tirare le somme del pomeriggio. «Telesca sa benissimo quanta sensibilità c’è in questa città per il Burlo – riflette – e infatti ha ribadito attenzione e impegno, ricordando che dare più soldi non è garanzia di maggiori risultati. Io mi prendo anche una quota di responsabilità per aver domandato all’assessore di scegliere il miglior direttore generale che c’è. Sarà il primo tassello per il rilancio. Prenderci qualche giorno in più per trovare il dg – chiosa il sindaco – è necessario per costruire le premesse per i prossimi anni».
 

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